Venerdì 19 Aprile 2024

M5s, la grande fuga. Altri 2 deputati passano al Gruppo Misto

A Montecitorio il Movimento 5 Stelle ha perso già cinque 'pezzi' da inizio 2020. Uno ogni due giorni

Rachele Silvestri (La Bolognese)

Rachele Silvestri (La Bolognese)

Roma, 9 gennaio 2020 - Fuga dal Movimento 5 Stelle. Altri due parlamentari hanno lasciato i grillini per passare al Gruppo Misto. Succede alla Camera (e non al Senato dove la maggioranza è più risicata), i protagonisti del cambio di casacca sono il romano Massimiliano De Toma e l'ascolana Rachele Silvestri. I due deputati hanno comunicato alla presidenza di Montecitorio il passaggio al Gruppo Misto.

Sono gli ultimi due di una lunga serie di deputati usciti dal Movimento. Solo una settimana fa l'addio di Nunzio Angiola e Gianluca Rospi. Quindi Santi Cappellani, due giorni fa. E ora De Toma e Silvestri. La lista dei 'pezzi' persi per strada dai 5 Stelle da inizio legislatura conta ora, tra addii volontari ed espulsioni, 22 parlamentari. In tutto, 10 senatori e 12 deputati. Alla Camera le defezioni sono 5 solo nel 2020, uno ogni due giorni, più o meno. Numeri che pesano sulla tenuta della maggioranza. Anche se a Montecitorio le cifre sono più rassicuranti, mentre a Palazzo Madama il margine è di un pugno di voti.  E, proprio per questo, a dicembre sono stati 'pesanti' i passaggi alla Lega dei tre senatori Francesco Urraro, Stefano Lucidi e Ugo Grassi. A darne l'annuncio ufficiale, circa un mese fa, è stato Matteo Salvini in persona.

Ma i grillini non vogliono sentir parlare di "diaspora". Solo pochi giorni fa un post sul blog delle Stelle sottolineava come i parlamentari fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle fossero "meno del 6%" da inizio legislatura.  "Un po' pochini per una diaspora...", diceva ancora il post. 

Oltre alle uscite volontarie, grava sui 5 Stelle il capitolo "espulsioni". Il comitato disciplinare interno del Movimento (i “probiviri”) ha annunciato nei giorni scorsi che 47 parlamentari non sono in regola con la restituzione dello stipendio, uno dei capisaldi dell'impegno grillino. Undici di loro, tra cui 6 senatori, avrebbero smesso di rendicontare le spese da oltre un anno e ora rischiano di essere cacciati.