Scontro M5s-Di Maio, cos'ha deciso il Consiglio Nazionale pentastellato

Il vertici del Movimento contro il ministro: "Esternazioni inveritiere". Tensioni anche con Fico. Compromesso di Conte sull'Ucraina: "Il governo riferisca in Parlamento su ogni passaggio". Una frangia del partito voleva il voto in caso di invio di armi

Luigi Di Maio al centro, a destra Giuseppe Conte

Luigi Di Maio al centro, a destra Giuseppe Conte

Roma, 20 giugno 2022 - Il Movimento 5 Stelle non espelle Luigi Di Maio ma gli riserva parole durissime.

Cosa dice il Consiglio Nazionale

Il comunicato finale del Consiglio Nazionale (il vertice del M5s), accusa il ministro degli Esteri ed ex capo politico del Movimento, di aver tradito la linea pentastellata in materia di politica estera. Le "recenti dichiarazioni del ministro Luigi Di Maio", si legge nel documento "distorcono le chiare posizioni" assunte a maggio e "oggi integralmente ribadite, sempre all'unanimità". Il riferimento è alle dichiarazioni "circa una presunta volontà del M5S di operare un 'disallineamento' dell'Italia rispetto all'Alleanza euro-atlantica". Si tratta di "esternazioni inveritiere e irrispettose della linea" del Movimento, continua il Consiglio, che "mai ha posto in discussione la collocazione del nostro Paese". Parole che "sono suscettibili di gettare grave discredito sull'intera comunità politica del M5S, senza fondamento alcuno".

M5S, una scissione non è roba da tutti

Scontro Fico-Di Maio

Sulle frasi di Di Maio era intervenuto anche il presidente della Camera Roberto Fico, parlando di "mistificazione": il M5S è "rimasto sempre legato a Ue e Nato". Immediata la replica del titolare della Farnesina, tramite il suo portavoce: "Siamo stupiti e stanchi per gli attacchi di diversi esponenti M5s. C'è un limite a tutto, non si può indebolire il governo italiano davanti al mondo".

La risoluzione M5s sull'Ucraina

Circa la risoluzione sull'Ucraina che accompagnerà le comunicazioni del premier Draghi (domani al Senato, il 22 alla Camera), il Consiglio pentastellato chiede l'impegno del governo a "un più pieno e costante coinvolgimento del Parlamento anche sulla eventuale decisione sull'invio di nuove armi a Kiev". Il Movimento 5 stelle mette da parte la tentazione del voto (diversi esponenti grillini volevano una votazione del Parlamento in caso di nuovi invii di armi a Kiev): al tavolo della maggioranza oggi si limiterà a chiedere che l'esecutivo riferisca su ogni passaggio della guerra. 

E' stato lo stesso presidente pentastellato, Giuseppe Conte, riferiscono fonti pentastellate, a dare il via libera a un compromesso. La tensione resta, però, perché una parte dei deputati e (soprattutto) dei senatori insiste sulla necessità di una vera svolta.