Giovedì 18 Aprile 2024

M5s alla resa dei conti. Referendum, 8 a rischio espulsione

I probiviri aprono la procedura: non escluso il 'cartellino rosso' per i parlamentari. Fico: "Serve collegialità". Buffagni: "Via i mercanti dal tempio"

Roberto Fico, Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio (ImagoE)

Roberto Fico, Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio (ImagoE)

Roma, 24 settembre 2020 - Si avvicina la resa dei conti nel Movimento 5 Stelle. Il risultato delle elezioni regionali 2020 ha acceso la miccia, le dichiarazioni dei vari Di Battista e Fico, Lombardi hanno fatto saltare il banco, scoperchiando il vaso di Pandora. E nonostante il tentativo di Grillo di ricucire, volano gli stracci. Tema del giorno gli otto procedimenti per i 'ribelli' del referendum, vale a dire quei parlamentari che hanno votato no al taglio di deputati e senatori e che ora rischiano l'espulsione dal M5s. La procedura è stata formalmente aperta dai probiviri, da statuto incaricati a decidere eventuali sanzioni. 

Le 'pratiche' sono una quarantina in tutto: ce ne sono circa 30 per i cosiddetti 'morosi' delle restituzioni. Il regolamento interne prevede ora che chi è oggetto della procedura abbia 10 giorni per  inviare le cosiddette 'controdeduzioni'. Che saranno esaminate dai probiviri i quali decideranno come procedere. A rischiare di più, gli 8 parlamentari che hanno apertamente contrastato il referendum sul taglio degli eletti di Camera e Senato: secondo i probiviri, infatti, avrebbero violato il codice etico ignorando quanto scritto nel programma M5S. Ci sarebbero, tra gli altri, Andrea Colletti, Marinella Pacifico, Elisa Siragusa, Mara Lapia

Fico 

Oggi, intanto, si registra un nuovo affondo del presidente della Camera, Roberto Fico. "Basta con le battaglie intestine, dobbiamo avere una collegialità maggiore, perché alcuni problemi ancora vivi nel M5S derivano da verticismo troppo spinto che c'è stato", il richiamo di Fico. "Serve una collegialità - ha detto - per trovare sintesi, è il sale della democrazia ma anche una soluzione per una maggiore maturità".

Buffagni

"Io continuo la mia lotta, anche se spesso è sfiancante e demotivante: l'inadeguatezza di certe scelte, di talune persone, e dei toni nel Movimento 5 Stelle è alla base della situazione che stiamo affrontando". E' questo il duro sfogo di Stefano Buffagni, vice ministro allo Sviluppo economico. "Spero finiremo di fare gli struzzi, capendo nei modi e nelle sedi giuste come cambiare, cacciando anche 'i mercanti dal tempio''', srcive su Facebook.

Zingaretti

Della crisi pentastellata parla anche Nicola Zingaretti, segretario Pd. "Il Movimento è composito, con una dialettica viva e contiene diversi punti di vista", dice a SkyTg24. "Quale sarà l'esito è un dibattito dei dirigenti e dei militanti - aggiunge -. Quanto mi sono permesso di dire due anni fa era vero, il M5s non è monolite da regalare a Salvini". E ancora: "Mi auguro che l'esito del dibattito porti il Movimento a capire che abbiamo una missione comune: abbiamo salvato l'Italia ora dobbiamo rilanciare l'economia".