Non esiste "nessun antagonismo o scambio dei prigionieri tra autonomia e premierato". Lo ribadisce il presidente del Veneto, Luca Zaia, secondo cui si tratta di "due pilastri del contratto di governo e con coerenza devono essere portati avanti". E anche se "non ci fosse l’autonomia", il governatore leghista si professa "comunque un fervido sostenitore del premierato".
Dopo che il ministro Roberto Calderoli ha presentato il rapporto sui Lep (livelli essenziali delle prestazioni) necessari a scongiurare le diffidenze del regioni meridionali, Zaia promette che salvo "inconvenienti" il 2024 sarà l’anno dell’autonomia. Anche se la partita, che vede sullo scacchiere le riforme insieme ai responsi delle scadenze elettorali in Europa e nelle Regioni, è ancora tutta da giocare.
Non è un caso che il capogruppo azzurro alla Camera, Paolo Barelli, abbia rivendicato dalla kermesse di Taormina che "se l’autonomia differenziata non è ancora andata in porto è perché Forza Italia" finora ha tirato il freno sulla sproporzione dei servizi tra Nord e Sud. Il bacino elettorale del Mezzogiorno rimane essenziale per FI. Ragion per cui il governatore calabrese Roberto Occhiuto afferma davanti alla platea azzurra di Etna23 che "servono le risorse per finanziare i Lep, solo dopo si può varare l’autonomia differenziata".
Il punto è politico. Per il governatore calabrese gli azzurri si trovano infatti "davanti a un bivio", alla scelta tra la mera sopravvivenza o il tentativo di riguadagnare una posizione maggioritaria del centrodestra. Consolidando a tal fine il carattere laico e liberale del partito, a cominciare da questioni come i diritti civili, su cui dire "ciò che Lega e FdI non possono dire", specialmente all’indirizzo dell’elettorato giovanile. Se quindi "ci sono i soldi per assicurare nello stesso modo i diritti sociali e civili in tutto il Paese siamo favorevoli, se non ci sono non c’è autonomia: no money, no party".
"Bisogna evitare che ci siano cittadini di serie A e cittadini di serie B", incalza anche la capogruppo di FI al Senato Licia Ronzulli. L’asticella per il partito azzurro è fissata "al 10% alle Europee" da Antonio Tajani. Che nelle sue conclusioni vagheggia per il futuro "l’obiettivo del 20% in tutta Italia", assicurando che non c’è nessuna intenzione di cambiare il simbolo del partito fondato da Silvio Berlusconi.
Cosimo Rossi