Venerdì 11 Luglio 2025
LUCA BOLOGNINI
Politica

L’ex governatore dem: "Pregiudizi anti-Calabria. Occhiuto deve restare"

Loiero al suo successore, indagato per corruzione "Le inchieste? È conseguenza dell’elezione diretta".

Agazio Loiero, 85 anni, ha iniziato la sua carriera nella Dc per poi passare all’Udeur, è stato ministro e poi governatore della Calabria dal 2005 al 2010

Agazio Loiero, 85 anni, ha iniziato la sua carriera nella Dc per poi passare all’Udeur, è stato ministro e poi governatore della Calabria dal 2005 al 2010

"C’è un pregiudizio anti-calabrese, questo mi sembra chiaro". Per l’ex governatore Agazio Loiero – figura storica della Dc e poi alla guida della Regione tra il 2005 e il 2010 con una giunta di centrosinistra – le inchieste che hanno coinvolto i politici calabresi hanno radici profonde.

Loiero, lei nel commentare l’avviso di garanzia che è arrivato all’attuale governatore Roberto Occhiuto, ha detto: “Può capitare. Specialmente in Calabria”. Cosa voleva dire esattamente?

"In Calabria può capitare più facilmente perché c’è una sorta di pregiudizio anti-calabrese che circola nel Paese. Ma le indagini che coinvolgono i governatori mica sono tutte concentrate sul nostro territorio. Da quando c’è l’elezione diretta, cioè dal 1999, i poteri dei presidenti di Regione sono enormi. E quindi, dal Piemonte alla Sicilia, si può incorrere più facilmente in problemi giudiziari. Però esiste un pregiudizio verso la Calabria per molti motivi".

Quali?

"La Calabria è una regione un po’ anarchica. C’è un certo pregiudizio che affonda le radici nel brigantaggio dell’epoca post-unitaria. Mi pare strano che lei non lo sappia".

Quindi anche la magistratura è vittima di questo pregiudizio?

"Questo non mi va di dirlo. Ma anche io sono stato inquisito e il magistrato ha agito in modo eccellente: infatti sono stato assolto. Non tutti sono stati così fortunati. Il punto è che non parliamo solo delle inchieste: c’è un pregiudizio generale. Ma lei davvero non lo sa? Mi stupisce questa cosa".

Lei, dopo tutto quello che ha passato, tornerebbe a fare il governatore?

"Non ho più l’età. Dopo i miei cinque anni da presidente avrei voluto continuare. Avevo l’idea, forse presuntuosa, di poter cambiare la Calabria".

Queste indagini quanto danneggiano l’immagine della sua regione?

"La danneggiano sicuramente, perché la Calabria è quello che è: una regione difficile, problematica. A me è capitato qualcosa di emblematico: nel primo anno della mia presidenza ero al primo posto nella classifica de Il Sole 24 Ore dei migliori governatori. Poi arrivarono gli avvisi di garanzia e nel secondo anno sono precipitato in fondo".

Ha qualche consiglio per Occhiuto, che ha detto di essere “sereno un piffero” rispetto all’indagine?

"Non me la sento".

Si dovrebbe dimettere?

"Non credo, spero proprio che non lo faccia. Comunque ancora non si sa nulla sull’indagine".

Anche la sindaca di Prato, Ilaria Bugetti, è stata indagata per corruzione. Tutto il mondo è Calabria?

"Le elezioni dirette, sia dei presidenti che dei sindaci, hanno portato a una legittima e sacrosanta attenzione della magistratura. Le inchieste capitano. Si sa qual è l’obiettivo. A volte, va detto, hanno scoperto anche cose immonde. Poi il presidente di Regione ha un potere immenso, scritto nella Costituzione. Nomina e revoca. È inevitabile che ci sia un controllo più stringente. L’importante è che il giudice sia sereno, questo è essenziale".