Letta a Salvini: "Se non vuole le riforme esca dal governo"

Il leader leghista ha messo in dubbio la capacità dell'esecutivo di mettere mano a Giustizia e Fisco, e per Draghi immagina un futuro al Quirinale

Enrico Letta e Matteo Salvini (Ansa)

Enrico Letta e Matteo Salvini (Ansa)

Roma, 15 maggio 2021 - Scintille nella variegata maggioranza del governo Draghi sul tema delle riforme. A innescare la miccia, il leader leghista Matteo Salvini:  ''Questo governo non riuscirà a fare le riforme, da quella del fisco alla giustizia", dice a Repubblica, e sembra un avvertimento al premier e agli 'alleati' di governo. Oltretutto sulla giustizia Salvini al 'Corsera' rilancia i referendum: ''Se il Parlamento approverà qualcosa di serio e di adeguato, benissimo, altrimenti daremo voce ai cittadini''. Per Draghi, Salvini immagina un futuro al Colle: "Per noi, se lui fosse d'accordo, il prossimo capo dello Stato sarà Mario Draghi". Ce n'è a sufficienza per innescare la replica del leader Pd. "Se Salvini dice che non si fanno le riforme, tragga le conseguenze ed esca da questo governo, che è fatto per fare le riforme", argomenta Enrico Letta all'Assemblea di Articolo Uno.

Enrico Letta

"Se Salvini dice quello, non ha nemmeno chiarezza sul fatto che per avere credibilità sul Pnrr bisogna fare quelle riforme, dalla giustizia alla riforma fiscale che non si può eludere. Lo dico con la massima chiarezza possibile: questo governo è qui per fare le riforme e noi appoggiamo il governo convintamente", sottolinea Letta.  E ancora: "È evidente la differenza tra il nostro campo e le parole di Salvini, cui reagisco in modo molto netto e chiaro. Se quella è l'intenzione con cui egli sta al governo credo che le nostre strade debbano rapidamente divergere. Abbiamo un approccio completamente diverso". "Questo governo - insiste - è qui per fare le riforme. Lo appoggiamo perché le riforme per gli italiani sono fondamentali anche per far sì che i soldi dalla Ue arrivino e siamo in condizioni di spenderli", conclude. E alla fine twitta: "Leggo che #Salvini non vuole che questo governo faccia le riforme della giustizia e del fisco. Mi chiedo su quale discorso programmatico abbia dato la sua fiducia a Draghi a febbraio. Lasci. E lasci che le riforme le faccia #Draghi con chi le vuole."

La controreplica

In serata Matteo Salvini risponde a distanza alle critiche e all'invito a uscire dal governo: "Letta e Grillo vogliono la Lega fuori dal governo per approvare Ius Soli, Ddl Zan e patrimoniale? Poveri illusi, gli alleati più leali, di Draghi e dell'Italia, siamo e saremo noi. #ossessionati".

 Alleanze a sinistra

Sulla costruzione del nuovo campo di centrosinistra, Giuseppe Conte, Enrico Letta e Roberto Speranza si mostrano fiduciosi. I due segretari di Pd e Articolo Uno e il leader in pectore dei Cinque Stelle intervengono all'assemblea nazionale di Articolo 1, alla quale partecipano anche Elly Schlein e Mattia Santori che offre l'occasione per fare il punto sulla "fase politica". Per Conte, "tutti i passi importanti che abbiamo compiuto hanno avuto la loro base nella salda collaborazione tra M5s, Pd e Leu". Un percorso che "non può essere messo da parte, dobbiamo continuare a lavorare, darci un orizzonte di senso".  L'orizzonte non può essere, per ammissione di Enrico Letta, quello dell'autunno: i giochi delle alleanze alle prossime amministrative sono fatti. Ma la politica, osserva il segretario dem, non pretende "di risolvere tutti i problemi immediatamente". Meglio guardare alle prossime politiche, quindi, che poi sono l'obiettivo dichiarato di Letta. "Io sono convinto che saremo insieme alle prossime elezioni politiche, lavoreremo in questi mesi per arrivare a quello", afferma Letta che, tuttavia, non accantona del tutto il dossier alleanze alle prossime amministrative. "Ci sono delle difficoltà in alcune città. Ma dobbiamo tenere presente che la legge elettorale e' a due turni e che dobbiamo fare bene questo percorso, conoscendo i problemi, facendocene carico in una logica di convergenza, senza immaginare di risolvere immediatamente i problemi che non sono risolvibili".  Su questo è più esplicito Roberto Speranza, che chiede un accordo "a scatola chiusa" sui ballottaggi. Insomma, "qualunque sia il candidato della 'nostra famiglia' a passare il turno, lo si sostiene insieme", è il ragionamento del ministro della Salute che, tra l'altro, lancia un assist al segretario dem chiedendo al suo partito di partecipare alle Agorà democratiche che avranno inizio a luglio e si concluderanno a dicembre, con l'obiettivo di preparare il percorso per le politiche, aprendo il partito alla società civile, alle realtà territoriali oltre che alle forze politiche che condividono gli stessi valori e le stesse aspirazioni del Pd. "Se le agorà di Enrico Letta sono il tentativo di ricostruire un pensiero, di ricostruire un partito, io penso che dobbiamo starci, con le nostre idee. Chi è convinto delle sue idee non deve mai avere paura. Articolo Uno è nato per ricostruire", dice Speranza. Un campo che sia alternativo alle destre, "unite alle amministrative, ma divise al centro: il contrario di quanto accade al centrosinistra", osserva Arturo Scotto. Una strategia che consente a Matteo Salvini di stare al governo e, contemporaneamente, agire come fosse all'opposizione. Un atteggiamento che si è manifestato anche oggi con una doppia intervista ai quotidiani in cui, da un lato, il leader della Lega avverte Draghi sulla mission 'limitata' del suo governo, escludendo che si possa procedere con le riforme; dall'altra 'candida' lo stesso Draghi alla Presidenza della Repubblica. Ce n'è abbastanza per far sospettare al segretario della Cgil, Maurizio Landini, che dietro alle parole di Salvini ci sia un piano ben preciso: "Io ho letto le dichiarazioni del leader della Lega. Ho letto due cose: che non si possono fare le riforme e che è pronto a votare Draghi presidente della repubblica. Mi sembra, mettendo insieme le cose, che abbia una idea della durata della legislatura, non capisco che cosa vuol fare".