Martedì 16 Aprile 2024

Legittima difesa, Mattarella promulga la legge ma scrive: "Turbamento sia effettivo"

Il capo dello Stato invia una lettera al premier e ai presidenti delle Camere: "La nuova normativa non indebolisce nè attenua la primaria ed esclusiva responsabilità dello Stato nella tutela della incolumità e della sicurezza dei cittadini". Salvini: ascolterò i suoi rilievi. Anm: "Piena adesione alle segnalazioni del Presidente". I penalisti: "Mattarella dimostra la vuota natura propagandistica della misura"

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (Lapresse)

Foto Francesco Ammendola/Ufficio Stampa Quirinale/LaPresse25-04-2019 Vittorio Veneto - ItaliaPoliticaIl Presidente Sergio Mattarella durante la visita al Museo della Battaglia,in occasione del 74° anniversario della Liberazione.DISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE

Roma, 26 aprile 2019 - Legittima difesa, il presidente Mattarella oggi ha promulgato la legge, inviando però contestualmente una lunga lettera di osservazioni ai presidenti di Senato della  e Camera - Casellati e Fico - e al premier Conte. La sicurezza dei cittadini, è la sua posizione in estrema sintesi, resta responsabilità dello Stato e il 'grave turbamento' di cui si parla dev'essere obiettivo. Il capo dello Stato si è preso quasi un mese di tempo (dal 28 marzo a oggi) per studiare attentamente il testo del provvedimento e fare le sue valutazioni.

Nella missiva Mattarella fissa alcuni 'paletti', ma ancor prima dei rilievi, sottolinea che il "fondamento costituzionale" della legittima difesa "è rappresentato dall'esistenza di una condizione di necessità". Da parte sua Matteo Salvini, che ha fortissimamente voluto la legge, ringrazia il presidente e assicura: "Ascolto i rilievi con estremo interesse".

Ma ecco il testo completo della lettera:

"Ho promulgato in data odierna la legge recante: 'Modifiche al codice penale e altre disposizioni in materia di legittima difesa'. Il provvedimento si propone di ampliare il regime di non punibilità a favore di chi reagisce legittimamente a un'offesa ingiusta, realizzata all'interno del domicilio e dei luoghi ad esso assimilati, il cui fondamento costituzionale è rappresentato dall'esistenza di una condizione di necessità. Va preliminarmente sottolineato che la nuova normativa non indebolisce nè attenua la primaria ed esclusiva responsabilità dello Stato nella tutela della incolumità e della sicurezza dei cittadini, esercitata e assicurata attraverso l'azione generosa ed efficace delle Forze di Polizia".

La lettera di Mattarella prosegue: "L'art.2 della legge, modificando l'art.55 del codice penale, attribuisce rilievo decisivo 'allo stato di grave turbamento derivante dalla situazione di pericolo in atto': è evidente che la nuova normativa presuppone, in senso conforme alla Costituzione, una portata obiettiva del grave turbamento e che questo sia effettivamente determinato dalla concreta situazione in cui si manifesta. Devo rilevare che l'articolo 8 della legge stabilisce che, nei procedimenti penali nei quali venga loro riconosciuta la legittima difesa 'domiciliare', le spese del giudizio per le persone interessate siano poste a carico dello Stato, mentre analoga previsione non è contemplata per le ipotesi di legittima difesa in luoghi diversi dal domicilio".

"Segnalo, infine, che l'articolo 3 della legge in esame subordina al risarcimento del danno la possibilità di concedere la sospensione condizionale della pena, nel caso di condanna per furto in appartamento o per furto con strappo ma che lo stesso non è previsto per il delitto di rapina. Un trattamento differenziato tra i due reati non è ragionevole poiché - come indicato dalla Corte costituzionale, nella sentenza n. 125 del 2016 - 'gli indici di pericolosità che possono ravvisarsi nel furto con strappo si rinvengono, incrementati, anche nella rapina'".

"Oggi fare il rapinatore è più pericoloso"

SALVINI - "A me interessa che i rapinatori abbiamo paura quando fanno il loro mestiere. Io ascolto con interesse estremo i rilievi del Capo dello Stato. La legittima difesa e legge, è legge dello Stato e i rapinatori da oggi sanno che se entrano in una casa, un italiano può difendersi senza rischiare di passare anni davanti ad un tribunale in Italia". ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Salvini. "Vorrei vedere qualche giudice della Consulta, Dio non voglia - ha aggiunto - che si trovasse in casa qualcuno armato e sta lì a sfogliare il Codice penale prima di difendere se stesso e i suoi figli. Siamo seri! Chi entra in casa altrui armato, da oggi ne paga le conseguenze. Oggi fare il rapinatore è più pericoloso rispetto a ieri...".

ANM - "Piena adesione a quanto segnalato da Mattarella" viene espressa dal presidente dell'Associazione nazionale magistrati Pasquale Grasso, che a proposito della riforma osserva ancora: "E legge dello Stato. Nella concreta applicazione, se emergeranno dubbi di costituzionalità, saranno sottoposti al vaglio della Corte Costituzionale!.

PENALISTI - Secondo il presidente dell'Unione delle Camere penali Giandomenico Caiazza, l'interpretazione di Mattarella "vanifica l'intero impianto normativo e ne dimostra la vuota natura propagandistica". Il numero uno dei penalisti  giudica la lettera del capo dello Stato "un fatto eccezionale che dimostra la fondatezza delle perplessità di ordine costituzionale che dal primo momento abbiamo denunziato".

"E' la vittoria di tante vittime"

IL TABACCAIO BIROLO - Esulta Franco Birolo, il tabaccaio di Civé di Correzzola Padova, che sparò e uccise un ragazzo moldavo che aveva tentato un furto nel suo negozio il 26 aprile 2012: "La promulgazione di questa legge è la vittoria di tante vittime. Io mi sono prodigato, come tanti altri, perché si arrivasse a questa modifica. Non ne beneficerò, ma la nuova legge sarà di aiuto a chi dovesse trovarsi nella mia stessa situazione". La promulgazione della gegge, sottolinea, "arriva esattamente a sette anni da quanto accadde a me e dunque ricorderò ancora di più questo giorno".  Riguardo ai rilievi del presidente della Repubblica, Birolo sottolinea: "Ci sta ed è giusto che Mattarella dica la sua. Questa legge non toglie la discrezionalità ai magistrati - osserva - riduce l'ampio margine che c'era prima".