Giovedì 18 Aprile 2024

Legittima difesa, M5S frena. Conte: "Il Governo non incita l'uso delle armi"

Iniziato iter revisione della legge voluto dalla Lega. Il Movimento 5 stelle invita a un approfondimento del tema. Fi chiede di fare in fretta. Il Pd: "Benefici solo a lobby delle armi e Lega e M5S divisi". Ma Salvini nega: "Perfetta sintonia"

Matteo Salvini, con i deputati del partito nel 2017 (Ansa)

Matteo Salvini, con i deputati del partito nel 2017 (Ansa)

Roma, 18 luglio 2018 - E' partito l'iter per modificare la legittima difesa, e insieme sono iniziate le polemiche. Il tema della proposta della Lega, che prevede "il sacrosanto diritto di difendersi all'interno della propria abitazione privata" come ha detto  il vicepremier e ministro degli Interni, Matteo Salvini, si presta a suscitare non pochi dibattiti, anche al dentro al governo.

E il primo freno arriva proprio dal Movimento 5 stelle. In commissione Giustizia del Senato sono state incardinate diverse proposte di legge sul tema, ma "è necessaria un'analisi approfondita delle norme esistenti, dei testi presentati con attenzione e con saldi riferimenti nella giurisprudenza", afferma il senatore M5s, Francesco Urraro. 

Il Guardasigilli, Alfonso Bonafede, spiega che è una "priorità" contenuta nel contratto di governo, per "eliminare le zone d'ombra" presenti nella normativa oggi in vigore. Però il ministro ha avvertito che si tratta di materia che "riguarda la giustizia, non la sicurezza" e non è escluso che venga affrontata con "un'iniziativa legislativa governativa". 

A Bonafede ha poi replicato il sottosegretario all'Interno, Nicola Molteni, leghista e primo firmatario della proposta di legge sulla legittima difesa: "Nella pdl non si parla assolutamente di armi, non c'entra nulla, nessuno vuole il Far West né la giustizia fai da te. Noi vogliamo che il cittadino abbia il diritto di difendersi dentro casa sua senza una gogna processuale, costosa, di anni". 

E il Guardasigilli insiste: "Una cosa è certa, un intervento sulla legittima difesa in alcun modo potrà portare alla liberalizzazione delle armi in Italia". Bonafede pensa a una revisione dell'"eccesso di legittima difesa", ha spiegato il ministro, ma senza saltare "il principio di proporzionalità" tra offesa e difesa", difendendosi da quelle che definisce nient'altro che "illazioni" per cui la riforma avrebbe a che vedere con gli interessi economici delle aziende produttrici di armi. Infatti, sostiene Bonafede, l'accordo firmato dal ministro dell'Interno Matteo Salvini durante la scorsa campagna elettorale con le associazioni dei produttori di armi "non ha nulla a che vedere con la legge".

All'attacco delle prudenze di M5S è Mara Carfagna: "L'annuncio di 'approfondimenti' sulla riforma della legittima difesa, che noi preferiamo chiamare 'diritto alla difesa', suona come un insulto al programma votato dalla stragrande maggioranza degli italiani alle ultime elezioni, quello del centrodestra". Secondo la vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia "la Lega non dovrebbe tollerare questo rallentamento. Forza Italia non cesserà di chiedere che sia dato immediato seguito all'impegno preso in campagna elettorale. Il testo presentato dal nostro partito è estremamente approfondito, è stato oggetto di accurata valutazione e resta il più equilibrato. Nessuno vuole il far west, ma non è pensabile che la legge metta sullo stesso piano rapinatori e vittime". 

Il Pd si è fatto sentire tramite i senatori Franco Mirabelli, Valeria Valente, Giuseppe Cucca e Monica Cirinnà, che si chiedono "chi otterrebbe benefici dalla liberalizzazione delle armi. Soltanto la lobby dei produttori, non certo i cittadini e la loro sicurezza. Prima di procedere alla discussione dei diversi disegni di legge presentati in materia, venga fatta una valutazione sull'impatto che le proposte in esame potrebbero avrebbero sulla realtà del nostro Paese. Il provvedimento sponsorizzato dalla Lega, tra le altre considerazioni, ha profili di incostituzionalità". E aggiungono: "Le continue divisioni tra Lega e M5s, ora tra Salvini e Bonafede, fanno solo confusione. Crediamo sia necessario partire da dati reali e fatti concreti e non da slogan usati in campagna elettorale". 

A cui però risponde lo stesso Salvini assicurando: "Sono in perfetta sintonia con il ministro Bonafede e, anzi, sostengo la sua battaglia, che è una battaglia storica della Lega di far scontare la pena nei loro paesi ai detenuti stranieri". Il ministro dell'Interno nega contrasti: "Sono contento che la legge ha iniziato il suo iter, che non c'entra alcunché con la voglia di armare chiunque ma il diritto di legittima difesa all'interno della propria casa. Il modello americano è l'ultimo che ho in testa".

Sull'argomento è intervenuto anche il presidente dell'Anm, Francesco Minisci, parlando di "rischio" di "giustizia fai da te", quando invece è in vigore una normativa efficace: "Deve restare il principio della proporzionalità tra offesa e difesa e non si può prescindere dalla valutazione caso per caso da parte del giudice, senza automatismi". Il leader del sindacato delle toghe spiega: si tratta di "parametri costituzionali", senza i quali "si corre il rischio di legittimare anche reati gravi, come l'omicidio, perchè basterebbe attirare un rivale in casa, ucciderlo e poi invocare la legittima difesa". 

Infine il premier Giuseppe Conte si è sentito in dovere di rasserenare gli animi, nessuno cerca il Far West: "Questo governo non vuole incitare alla giustizia privata nè all'uso delle armi". Il primo ministro,  termine delle celebrazioni dei 20 anni della Polizia postale, ha poi aggiungo: "Questo governo però è consapevole che sul piano dell'applicazione della legittima difesa più che sul piano normativo si sono create delle incertezze che non giovano ai cittadini e i cittadini vogliono certezze. Anche perchè", ha aggiunto, "c'è chi ha sopportato un calvario, 3 gradi di giudizio, per ottenere poi sì un'assoluzione ma sono vite che sono state mortificare". Conte ha concluso: "Bisogna intervenire per mettere a punto la regolamentazione della legittima difesa senza stravolgere nulla".