Sabato 14 Settembre 2024
ANTONELLA COPPARI
Politica

Le riforme istituzionali. Meloni lancia la sfida referendum: "Italiani, scegliete voi o i partiti?"

La premier: nessuno riuscirà a buttarci giù. Le rassicurazioni sui poteri del capo dello Stato. E sul Fisco si appella ad artigiani e industriali: "Combattiamo l’evasione vera, non quella presunta".

Le riforme istituzionali. Meloni lancia la sfida referendum: "Italiani, scegliete voi o i partiti?"

Le riforme istituzionali. Meloni lancia la sfida referendum: "Italiani, scegliete voi o i partiti?"

Si sa: la miglior difesa è l’attacco. Capita così che una manciata d’ore prima che Elly Schlein scenda in piazza assieme al Pd per urlare la sua verità su governo e dintorni, la premier si lanci in contropiede. Non arretra, anzi, scatena un’offensiva su tutti i fronti. Soprattutto, apre ufficialmente la campagna referendaria, rispolverando per l’occasione ’Gli appunti di Giorgia’. Il taccuino l’aveva chiuso per qualche settimana, ora lo riprende in mano mettendo in bella vista sui social il capitolo che le sta più a cuore: il premierato e, soprattutto, la consultazione finale. È consapevole che, per quanti sforzi faccia, non riuscirà ad avere la maggioranza dei due terzi, dunque – benché ad essere ottimisti manchino due anni – lancia il suo quesito agli italiani: "Volete contare e decidere o stare a guardare mentre i partiti decidono per voi?". Non usa giri di parole, guarda diritto nella telecamera e sfida l’opposizione: "È la domanda che faremo". Su questo martellerà il centrodestra, lei più d’ogni altro; alle sue spalle nella scenografia del video postato ci sono le foto dei predecessori: "Solo uno è rimasto in sella cinque anni, Silvio Berlusconi, ma con due governi diversi". La molla che ha spinto la maggioranza a fare la riforma, racconta, è dare stabilità: "A me non interessa durare cinque anni se tutto resta uguale". Mette le mani avanti: "Le difficoltà sono molte, ma non c’è niente che possa buttarci giù, soprattutto quando c’è il consenso degli italiani".

Difende quanto fin qui fatto: dalla manovra ("è seria e non getta risorse dalla finestra"), al patto con l’Albania sui migranti ("è un accordo innovativo sulla gestione dei flussi: nessuno può parlare di deportazione ) arrivando a ufficializzare la sede del G7 italiano che si svolgerà "dal 13 al 15 giugno 2024 in Puglia, nella Valle d’Itria a Borgo Egnazia". Poi torna alla "madre di tutte le riforme". Giorgia conosce perfettamente quale sarà il cavallo di battaglia dell’opposizione in campagna referendaria ed è un argomento che ha tutte le ragioni di temere: la difesa del capo dello Stato, figura cara agli italiani. Per questo ripete che i suoi poteri "non vengono toccati, salvo il fatto che l’incarico di formare il governo viene automaticamente assegnato al candidato che si è affermato nelle urne". Non è proprio così, anche se la mazzata più dura colpisce il Parlamento non il Colle. Ma su quello si giocherà la partita: "In realtà la sinistra osteggia la riforma perché si è abituata a governare perdendo le elezioni".

Linea che chiarisce anche in due altri video-messaggi: all’assemblea della Cna e a quella di Confindustria di Brescia e Bergamo. Punta al colpo grosso: essere il primo capo di governo a realizzare una riforma storica. Per riuscirci deve anche non deludere le aspettative dei fan. Che qualche mugugno per alcune promesse tradite l’hanno fatto. Così, rispolvera un evergreen, la riforma fiscale "che l’Italia aspettava da decenni", di due aliquote e la volontà di cambiare l’approccio fra Stato e cittadino sul fisco all’insegna della "fiducia" reciproca. "Noi combattiamo l’evasione fiscale vera, non quella presunta". Nel concordato preventivo biennale approvato dal consiglio dei ministri vede il simbolo della svolta. "Più lo Stato è comprensivo e cerca di venire incontro, più dovrà essere efficace nella sua azione quando qualcuno dovesse pensare di fregarlo". Un cambio di paradigma "per spezzare l’insopportabile equazione secondo cui un artigiano, una partita Iva deve essere evasore per nascita". Ecco, la riduzione della pressione fiscale è l’obiettivo dell’esecutivo che, dice il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, punta a "un meccanismo di due aliquote. Il contribuente con 50.000 euro di reddito non possiamo dire che sia iper-ricco e paga il 43% di tasse". Si farà, promette Giorgia. E attacca la sinistra sulla sanità: "Ho sentito tante falsità, il governo ha aumentato i fondi".

Forse la realtà, stando a quel che emerge da Bruxelles, è più dura di quanto ammetta lei. Una ragione in più per Giorgia per puntare tutto sulla riforma costituzionale, senza mettersi in gioco personalmente: "Ci vuole tempo, almeno quattro anni perché la mia foto sia appesa al muro con gli altri premier". Ma l’idea di uscire indenne dalla battaglia referendaria, comunque finisca, è una chimera.