
Emanuele Orsini, presidente di Confindustria dal 24 maggio 2024
L’attesa di oggi a Bologna, per l’assemblea annuale di Confindustria, è tutta per quello che dirà e per le risposte che darà Giorgia Meloni a una platea che lo scorso anno a Roma, all’Auditorium della Musica, l’accolse con ripetuti applausi. Ma quest’anno, nella kermesse nazionale che il presidente degli industriali, Emanuele Orsini, ha voluto in una delle città simbolo dei distretti produttivi del Nord, il clima e l’umore degli imprenditori italiani potrebbero essere differenti. Incertezza, dazi e caro energia, ma anche i lacci e i lacciuoli che le mille burocrazie nazionali e europee pongono alla competitività delle imprese non potranno non essere al centro della scena e dell’attenzione degli uomini e delle donne che fanno l’industria del Paese.
A essere chiamata in causa non sarà solo la premier, ma anche la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, che sarà all’appuntamento bolognese, tappa fondamentale del suo tour nel Nord dell’Italia. A entrambe si rivolgerà Orsini per mettere a fuoco innanzitutto che "anche in un contesto di stabilità politica bisogna fare i compiti a casa, e la priorità è mettere al centro gli aiuti agli investimenti per le imprese". Servono misure per sostenere gli investimenti, come priorità, dunque, perché "se cadono gli investimenti caleranno anche le esportazioni". E la stessa Europa "può dare davvero tanto" ma, insiste Orsini, da "europeista convinto", per gli industriali è oggi una Europa che "deve cambia-re" perché, in un contesto di conflitti economici con le altre aree del mondo che si muovono più velocemente, l’Europa "rischia di essere stritolata".
Tra le risposte attese dall’Europa per gli imprenditori il tema più sentito è quello della semplificazione. Trump quando parla dell’Europa mette in evidenza che c’è un dazio interno che mette fuori mercato chi opera da altri continenti. E c’è, appunto, la guerra dei dazi che pesa sull’economia, genera incertezza: "Quando vedo che per una dichiarazione del presidente degli Stati Uniti la Borsa brucia 143 miliardi – spiega il leader degli industriali – mi auguro che quel braccio di ferro che sta facendo Trump si chiuda in una stretta di mano e bisogna fare presto, correre velocemente alla trattativa". Con la Germania "il nostro legame è forte" e "l’arrivo di Merz che ha aperto al debito ci consentirà di poter creare con una forte interconnessione". Ma per tutte le imprese resta sempre da affrontare il nodo della differenza di competitività derivante dal caro-energia. E di questo Orsini chiederà conto principalmente a Meloni.