Ha ancora lo status di rifugiato. Per questo è tornato in libertà, in Argentina, Leonardo Bertulazzi (in foto), nome di battaglia ‘Stefano’, membro della colonna genovese delle Brigate rosse, condannato a 27 anni di reclusione in Italia per il sequestro dell’ingegnere navale Piero Costa, del 12 gennaio 1977. La seconda Camera federale di Cassazione di Buenos Aires ha ordinato la scarcerazione di Bertulazzi accogliendo un ricorso della difesa e riconoscendo che la revoca dello status di rifugiato decretata dal governo dell’ultraliberista Javier Milei non era effettiva al momento dell’arresto, il 29 agosto, quando fu prelevato dal suo appartamento nel quartiere Monserrat, a Buenos Aires. Nella decisione si rilevano inoltre elementi di "arbitrarietà" e considerazioni "dogmatiche" nelle sentenze di primo grado e di appello che avevano negato la scarcerazione del brigatista.
I giudici hanno tenuto conto inoltre del fatto che al momento dell’esecuzione della misura restrittiva l’uomo "viveva insieme alla moglie da oltre 20 anni nello stesso domicilio del quale è proprietario". Bertulazzi aveva ottenuto lo status di rifugiato nel 2004 sotto il governo di Néstor Kirchner (centrosinistra), dopo che nel luglio 2003 il giudice federale María Servini de Cubría aveva stabilito che doveva essere rilasciato perché la giustizia italiana lo aveva condannato "in contumacia", un’opzione non prevista dalle leggi processuali argentine.