
I nomi delle vittime letti da Pietro Grasso, gli applausi, il suono della tromba, il silenzio: è l’abbraccio di Palermo...
I nomi delle vittime letti da Pietro Grasso, gli applausi, il suono della tromba, il silenzio: è l’abbraccio di Palermo a Giovanni Falcone e all’albero che ne porta il nome. Intorno una folla non oceanica come gli anni scorsi, ma comunque sempre desiderosa di rendere omaggio alle vittime nel 33esimo anniversario della strage di Capaci. Qualche modifica rispetto agli anni passati: il palco era posizionato non di fronte all’albero ma proprio accanto, mentre la lettura dei nomi delle vittime è stata fatta alle 17.46, dodici minuti di anticipo rispetto al momento (17.58) in cui avvenne l’attentato. Cambio che ha suscitato polemiche: "L’albero Falcone è di tutti, giù le mani da Falcone" e "traditori" alcuni degli slogan urlati dai partecipanti al corteo. Secca replica della Fondazione Falcone: "Per noi la memoria non è un cronometro ma impegno in ogni attimo della nostra vita". In occasione dell’anniversario sono intervenute le più alte cariche dello Stato. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "La mafia ha subìto colpi pesantissimi, ma all’opera di sradicamento va data continuità, cogliendo le sue trasformazioni, i nuovi legami con attività economiche e finanziarie". E la premier Giorgia Meloni scandisce: "Ricordiamo Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, gli agenti della scorta, tutti coloro che hanno sacrificato la vita per difendere i valori della legalità. E con loro, ogni vittima caduta per mano mafiosa. In loro nome, il governo è e sarà sempre in prima linea. Senza tregua, senza compromessi. Non dimentichiamo".