Roma, la rossa Garbatella che tifa Meloni: "È cresciuta qui, ha sempre lottato"

La carriera della leader di FdI inizia nello storico quartiere della capitale. L’ex capo dei giovani Msi: aveva personalità

Giorgia Meloni con sua mamma Anna e sua sorella Arianna

Giorgia Meloni con sua mamma Anna e sua sorella Arianna

Roma - Alla Garbatella pare ancora di vederlo circolare il Nanni Moretti vespista di Caro Diario. Del resto qui il cinema e poi le fiction – dall’Audace colpo dei soliti ignoti di Nanny Loy, a C’eravamo tanto amati di Scola – è di casa. Come la Roma calcio.

Ma la Garbatella ha anche una anima di destra che ha visto sorgere la carriera politica di Giorgia Meloni. Sua madre, dopo la separazione dal marito, si trasferì dalla borghese Camilluccia alla romanissima Garbatella, quartiere creato nel 1920 per volere di Vittorio Emanuele III e poi fatto crescere dal fascismo, con meno villette e più edilizia popolare. Quartiere di sinistra, ma soprattutto verace. "Io ci provo ad essere più pacata – ha detto nei giorni scorsi la Meloni ad un comizio a Catania – ma io sono della Garbatella, e l’anima esce".

Eggià. La giovane Giorgia arriva alla sezione dell’Msi, poi An ora FdI di via Guendalina Borghese – il mitico “nucleo Garbatella“ – preannunciata da una sua telefonata il giorno prima, nel 1992. "Suonarono alla porta di ferro – ricorda Andrea De Priamo, allora responsabile del Fronte della Gioventù, oggi capogruppo FdI in Consiglio comunale, una vita nella poltica romana prima di essere oggi candidato al Senato – e aprì uno di noi che mi disse: c’è una ragazza che vuole entrare. Che faccio? Entrò e ho ancora vivida l’immagine di quella ragazzina molto piccola, molto giovane, che mi disse che abitava lì vicino, e che avrebbe avuto piacere di fare politica con noi, mi disse che l’avevano motivata le stragi di mafia e che il fatto che il Fronte fosse molto vicino alla figura di Borsellino l’aveva convinta che il riscatto di un popolo passasse anche dall’impegno poltico. Pensai: però, una di noi. E da subito si notò la personalità, il carisma. Era vera, e questa è una sua forza. Ed era molto motivata".

Lo capirono in parecchi, nel quartiere. Specie tra i militanti di destra. "L’ho conosciuta che aveva 15 anni – osserva Giovan Battista Fazzolari, oggi senatore, amico dai tempi di Garbatella e Colle Oppio – si occupava di scuola per il nostro movimento giovanile e mi sono reso conto che aveva qualità fuori dal comune. La Garbatella era sfidante, fare poltica lì richiedeva un supplemento di determinazione e questa è stata una grande palestra per Giorgia, l’ha temprata". I comunisti del quartiere la presero presto di mira. Ma lei non mollava. Volantinaggio, manifestazioni, sempre tosta. Con una capacità notevole, raccontano, di tenere le assemblee nelle scuole. "La Garbatella – concorda l’onorevole Fabio Rampelli, una delle figure storiche della destra romana – era un quartiere difficile. Noi avevamo una strategia entrista, non volevamo più fare testimonianza, ma vincere. Ma alla Garbatella c’era anche il centro sociale ’La Strada’ che era una presenza intollerante ed ostile. Crescere politicamente in quel quartiere ha certamente accelerato il processo di maturazione e crescita di Giorgia Meloni".

Oggi qualcosa di quello che hanno seminato uomini come Rampelli nelle molte case popolari del quartiere e donne come Giorgia Meloni nelle scuole, sembra avere stemperato le tensioni e aperto un fronte di dialogo. Sia chiaro, la Garbatella rimane ancora un quartiere di sinistra, ma la chiusura è meno netta, specie nella popolazione meno politicizzata. Ad esempio tra i fedeli che frequentano la parrocchia di San Filippo Neri, dove officia padre Pietro, amico di famiglia. Non a caso, passeggiando nel quartiere trovi disponibilità nei suoi confronti, e qualche apertura. "Me la ricordo ragazzetta – dice la signora Roberta che gestisce uno dei banchi di alimentari al mercato rionale – s’è sempre data da fare, e credo che qualcuno l’abbia convinto, qualche voto se lo porta anche se qua sempre la sinistra vincerà. Io magari una mano gliela do".

Il palazzone della giunta regionale occhieggia poco lontano, e la rete del Pd – tra Zingaretti e il neosindaco Gualteri che qui ha fatto il pieno di voti nella sua salita al Campidoglio – è ancora forte. "La destra – dice Paola, impiegata comunale, 34 anni– non la voto di sicuro. Ma in giro parecchi la prenderanno in considerazione, anche gente che era di sinistra, poi ha votato Cinque Stelle e adesso cerca casa dopo la delusione Raggi. Potrebbe soprenderci". Giorgia Meloni, che da anni non abita più qui e ormai studia da premier, alla Garbatella ci ha lasciato il cuore, e apprezzerebbe assai.