Martedì 13 Maggio 2025
Rossi Cosimo
Politica

La reazione di Bruxelles: "Un buon faccia a faccia. I ruoli sono stati rispettati"

Ieri la premier ha aggiornato von der Leyen sull’incontro con Trump. La stampa tedesca esalta la leader di FdI, più critica quella francese.

Ursula von der Leyen, 66 anni

Ursula von der Leyen, 66 anni

"Una buona telefonata". Non sono prodighe di informazioni le fonti di Bruxelles sulla conversazione tra Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni all’indomani della visita della premier alla Casa Bianca per incontrare il presidente Donald Trump e nel giorno del bis romano col suo vice JD Vance. Le due leader, che si sostengono reciprocamente in modo sempre più esplicito, si erano ripromesse di tenersi in contatto prima e dopo il rendez-vous col tycoon. E così è stato. Meloni "ha informato la presidente del suo incontro con Donald Trump", fanno sapere da Palazzo Berlaymont, registrando una "sensazione generale positiva", in quanto il vertice italo-americano è stato "un’occasione utile per creare ulteriori ponti con l’amministrazione americana" seppur "nel rispetto dei diversi ruoli, come sottolineato anche dalla stessa Meloni".

Nessun commento, invece, in merito alle possibilità concrete di un incontro tra von der Leyen e Trump. Anche da Palazzo Chigi, del resto, non possono trasmettere altro che le ufficiose "sensazioni positive" della premier per il vertice che nella ponderosa dichiarazione finale ha sortito perlomeno l’impegno del presidente Usa a valutare la possibilità di incontrare i vertici Ue nel corso del promesso viaggio in Italia. Un vertice tutto da costruire nel corso dei prossimi tre mesi di sospensione di dazi, per quanto Trump si dichiari fiducioso di concludere il deal con l’Europa al 100%, e ancor più nelle more delle divergenze sulla pace in Ucraina.

Passati gli encomi e l’entusiasmo, si fa insomma strada l’idea che la trattativa con gli Usa del mercante newyorchese sia tutt’altro che in discesa. Al netto della "diplomazia amicale", fortemente incentrata sulla capacità di blandire il tycoon e la sua simpatia, Trump non si capisce proprio con le logiche europee. Gli incontro a vuoto col commissario al Commercio Maros Sefcovic sono stati emblematici, almeno quanto lo è l’antipatia di The Donald nei riguardi di von der Leyen. Perciò Meloni svolge un ruolo prezioso.

Difatti la premier è rientrata da Washington rafforzata nel ruolo di duplice stella americana ed europea. Questa del resto era la sua prima missione anche per incarico dei partner europei e di Bruxelles. E questo le viene riconosciuto quasi unanimemente dalla stampa europea. A cominciare da quella tedesca. Nel Paese che più di tutti non vuol precludersi l’alternativa della distensione commerciale con la Cina, i quotidiani si congratulano per la "tappa cruciale" di Meloni, che ha saputo dispensare pragmatismo e affinità, "consolidare" i rapporti con la Casa bianca e "corteggiare" la vanità trumpiana con una vera e propria "operazione charme".

Grande spazio anche sulla stampa spagnola che, sia dal fronte progressista che conservatore, dà abbastanza credito alle chance di Meloni di procurare un accorso. Il che è tanto più rilevante all’indomani del viaggio del premier Pedro Sanchez per sondare il terreno dell’alternativa commerciale con la Cina. Anche il giornale filogovernativo russo Izvestija definisce Meloni come "l’interlocutore ideale" in Europa di Trump. Si capisce perché la stampa francese tratti con scetticismo la visita della premier, all’insegna dell’analoga diffidenza dell’Eliseo di Emmanuel Macron: "Desiderosa di fare il ‘ponte’ fra le due sponde dell’Atlantico, Meloni non è tuttavia riuscita ad annunciare altro passo avanti che una possibile visita di Trump in Italia per negoziare con l’Ue", scrive l’autorevole Le Monde. Il che non è del tutto infondato. Non solo.

A conferma dello scetticismo dei "volenterosi" anglo-francesi, il documento bilaterale esordisce infatti col pieno appoggio alla leadership di Trump "nel mediare un cessate il fuoco e nel garantire una pace giusta e duratura" in Ucraina, oltre a impegni su acquisto gas, vantaggi commerciali reciproci, "incrollabile impegno" per la Nato, cooperazione tecnologica e militare, partnership sull’intelligenza artificiale e anche verso Marte.