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Finalmente c’è la data di convocazione (il 24 gennaio, ore 15, prima seduta e prima votazione), come da lettera inviata dal presidente della Camera, Roberto Fico, ai Grandi elettori ed è già qualcosa. Per il resto, si resta nella nebbia fitta. A intorbidare le acque ci si mettono pure i 5 Stelle. Lunedì sera, in una riunione tesa e infuocata, l’assemblea dei senatori ha chiesto, a maggioranza, di "iniziare a votare, sin dal primo scrutinio, il nome di Sergio Mattarella", provocando pandemoni interni a non finire. E se l’ex ministro Danilo Toninelli ritiene che "se tutto il Parlamento chiede il bis a Mattarella, è un sacrificio che può fare", la vicepresidente del Senato (e pure vicepresidente vicaria del M5s), Paola Taverna, chiede, ironicamente ma non troppo, alla capogruppo, Maria Castellone, con cui ha avuto diverbio assai acceso, in video-chat, "se per caso siamo entrati in autogestione…". In effetti, il povero Conte già faticava, e parecchio, a tenere unito i 5s e, ora, ci mancava solo la mossa dei senatori che chiedono anche che i due capigruppo (Castellone e Crippa, entrambi per nulla contiani) affianchino il presidente nelle trattative per il Colle. Di fatto, una richiesta di commissariamento, per Conte. Il quale, nei giorni scorsi, si era espresso, come molti dei suoi, in diverse interviste, per spedire "una donna al Quirinale, anche di centrodestra". Aggiungendo: saremo determinanti solo se compatti. Ieri, in un’intervista, anche il ministro all’Agricoltura, Stefano Patuanelli, ribadendo che per il M5s "non c’è nessuna preclusione" su un trasferimento di Mario Draghi al Colle a patto però di scongiurare "una crisi di governo al buio", cioè la posizione di Di Maio. Per il resto, Berlusconi insiste con la sua strategia del conquistare i voti (degli altri, Misto in testa) uno a uno, ma il problema è che, a rischio, ...
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