
Mattarella alla tradizionale sfilata delle forze armate. "Libertà e democrazia sono valori comuni". Il messaggio della premier: "Essere italiani è appartenere a qualcosa di grande, va difeso, amato, trasmesso".
La mano sul cuore. Gli occhi al tricolore in cielo e nel corteo. E il bagno di folla che lo applaude. Sergio Mattarella dice "grazie". E l’Italia ringrazia lui. La Festa della Repubblica numero 79 ribadisce l’intima connessione tra il Presidente della Repubblica e la gente. Quando arriva a bordo della storica Lancia Flaminia in via dei Fori Imperiali, dopo la deposizione della corona d’alloro all’Altare della Patria, gli applausi sono tutti per lui. L’atterraggio dei parà, il doppio sorvolo delle Frecce tricolori, il passo cadenzato dei bersaglieri sono tutte istantanee di una coreografia perfetta. La cartolina romana spedita a un mondo sempre più instabile nel quale l’Italia custodisce e rilancia i propri valori. Patrimonio condiviso a partire dalla trasformazione referendaria in Repubblica.
"Settantanove anni or sono, il popolo italiano decretava, con il suo voto, la nascita della Repubblica, al culmine di un lungo percorso iniziato con la guerra di Liberazione – è il cuore del messaggio del Capo dello Stato, diffuso appena prima del suo arrivo –. Con il referendum del 2 giugno 1946, gli italiani scelsero di proseguire in un cammino verso la affermazione di valori di libertà, democrazia e pace, trasfusi nella Costituzione che di lì a poco avrebbe visto la luce". E se libertà, democrazia e pace oggi hanno crescenti nemici, i "valori sui quali si fonda la nostra comunità civile" sono un tesoro che merita la custodia di tutti, a partire dalle "istituzioni chiamate ad operare in favore della collettività".
Il ringraziamento del Presidente alle Forze armate per la tradizionale rassegna militare, che riscuote "caloroso affetto" anche dalla "significativa partecipazione popolare", si sostanzia in un messaggio al ministro della Difesa Guido Crosetto. Mattarella esprime la gratitudine del Paese per l’impegno delle Forze armate, "profuso quotidianamente a servizio della Repubblica, in Patria e all’estero, a favore dell’intera comunità internazionale". Il passaggio successivo valorizza e testimonia l’impegno italiano nel mondo, "un impegno" su numerosi teatri di conflitto "del quale – evidenzia il Presidente – avvertiamo più che mai l’importanza per concorrere al perseguimento delle condizioni di sicurezza collettiva e sviluppo dei diritti umani, necessarie a garantire una vita dignitosa e una pacifica convivenza tra i popoli".
E il primo pensiero plana subito a Gaza, alla posizione molto chiara scandita domenica pomeriggio dal Capo dello Stato al ricevimento del Corpo diplomatico straniero accreditato in Italia. In sintesi: "È disumano che venga ridotta alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani: l’esercito israeliano renda accessibili i territori della Striscia all’azione degli organismi internazionali, i palestinesi hanno diritto al loro focolare". "Ringrazio il presidente della Repubblica e sono d’accordo con lui", dichiara la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che sul significato del 2 giugno è dichiaratamente entusiasta: "Essere italiani vuol dire appartenere a qualcosa di grande, che va difeso, amato, trasmesso".
La Repubblica è di tutti, e Mattarella lo dimostra aprendo per il quarto anno consecutivo i giardini del Quirinale all’ingresso di 1.700 cittadini delle fasce deboli e svantaggiate tutelate dalle organizzazioni del terzo settore. Un pomeriggio di gioia. Il presidente scende in mezzo agli ospiti, tra strette di mano, abbracci, regali e musica. Nessuna retorica. Solo festa.