Sabato 20 Aprile 2024

La ministra zittita, urla delle femministe e Roccella non interviene: caos al Salone del Libro

Bagarre a Torino, Meloni: "È inaccettabile". Schlein sta con le attiviste. Il governo accelera sulla legge contro la maternità surrogata all’estero

Torino, 21 maggio 2023 – Per una volta l’accusa di fascismo piove non sul governo ma su chi lo contesta. Indirizzata dal palco, dove la ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, prova invano a presentare il suo libro, alle femministe che in platea protestano rumorosamente e le impediscono anche solo di iniziare a parlare. Per un po’ lei ci prova, poi subissata dalle urla si arrende, e abbandona furibonda la sala: "Per motivi di democrazia a voi sconosciuti, lascio il palco".

La ministra Roccella contestata al Salone del Libro di Torino
La ministra Roccella contestata al Salone del Libro di Torino

Il programma alla Fiera del Libro di Torino, nell’Arena Piemonte, prevedeva infatti ieri alle 13 la presentazione della sua opera Una famiglia radicale. Ma l’ala dura del movimento femminista ’Non una di meno’ – spalleggiata dagli eco-attivisti di di ’Extinction Rebellion’ e del comitato ’EsseNon’ – è decisa a tappare la bocca di quella che considera una nemica giurata. La contestazione inizia subito. Al grido di "vergogna, vergogna" una cinquantina di persone si sdraiano sul pavimento.

Fioccano slogan. Qualche sempreverde: "Il corpo è mio e lo gestisco io". Qualcuna lo rivede, rendendolo più greve: "Fuori lo Stato dalle mie mutande". Ancora: "Sul mio corpo decido io, ma quale Stato, ma quale Dio". La ministra cerca un confronto, invita chi protesta a spiegare le sue ragioni. Una ragazza accoglie la richiesta: "Non possiamo stare a guardare mentre ci tolgono spazio per darlo a posizioni antiabortiste. La priorità è il clima, la Regione deve prendere misure concrete per contrastare la crisi climatica". A contestare non sono solo le donne: gli ambientalisti, per esempio, sono furiosi perché non previsti nella scaletta. Il fattaccio è destinato a rinfocolare una polemica che era già altissima. Quella contro il direttore del Salone, Nicola Lagioia: assente all’inizio del caos, quando arriva parla di "contestazione legittima in democrazia" e invita le parti a trovare il modo di dialogare. S’inalbera la deputata di FdI, Augusta Montaruli: "Sei stato vergognoso. Come fai a dire che si tratta di una manifestazione pacifica? Faremo il rullo dei tamburi quando se ne andrà". Il braccio di ferro prosegue finché Roccella getta la spugna: "Mi addolora che delle donne abbiano impedito ad altre donne di parlare, presentando un libro che parla molto di donne e di femminismo".

Esplode lo scontro fuori dall’Arena tra esecutivo, maggioranza e sinistra. "In una democrazia chi governa deve mettere in conto le contestazioni. Un esecutivo che non ammette il dissenso è autoritario. È surreale l’attacco verso Lagioia", dice la leader del Pd, Elly Schlein, al termine di una giornata finita con 29 attivisti identificati e denunciati dalla Digos di Torino. Replica Giorgia Meloni: "È inaccettabile e fuori dalla democrazia quanto accaduto al Salone. Non accettiamo lezioni di democrazia da chi non ne conosce le regole basilari". Lo scontro è destinato ad uscire presto dal recinto circoscritto, pur se sotto potenti riflettori della Fiera del Libro.

Dietro l’angolo c’è il disegno di legge di maggioranza (Carolina Varchi, FdI, prima firmataria) sulla maternità surrogata come reato universale. Mercoledì iniziano le votazioni in Commissione giustizia alla Camera sulla proposta che mira a rendere punibile l’utero in affitto anche all’estero. È una campagna di prima linea per il centrodestra, per la ministra Roccella (che provoca le attiviste: "Appoggiate questa battaglia, altrimenti non siete credibili"), per il governo ma anche per una parte del movimento femminista più di sinistra. Molti prevedono fuochi d’artificio a giugno, quando la normativa arriverà in aula.