Lunedì 14 Luglio 2025
MANDURIA (TARANTO)
Politica

La ministra Calderone: "In autunno un patto sul lavoro che cambia"

Il piano: entro il 2026 formeremo 2 milioni di giovani sul digitale

Il piano: entro il 2026 formeremo 2 milioni di giovani sul digitale

Il piano: entro il 2026 formeremo 2 milioni di giovani sul digitale

dall’inviato

MANDURIA (Taranto)

Il mercato del lavoro che cambia, l’emergenza caldo, le sfide del digitale. Ma anche i rinnovi dei contratti e i controlli contro lo sfruttamento e per la sicurezza sul lavoro. Con una riflessione sui rapporti con le parti sociali. E l’annuncio: "In autunno ci metteremo seduti per fare un grande patto del lavoro all’insegna delle trasformazioni". La ministra del Lavoro, Marina Calderone (foto), usa il palco del Forum in Masseria per riassumere la strategia del governo sull’occupazione. Iniziando appunto da ciò che verrà.

"Questo rinnovato clima di collaborazione anche tra le parti sociali – spiega la ministra – è molto utile perché in autunno noi dobbiamo metterci seduti per fare un grande patto del lavoro all’insegna delle trasformazioni". Il mercato è cambiato, dice Calderone, ricordando l’impatto della pandemia prima e della tecnologia, intelligenza artificiale inclusa, poi. "Dobbiamo aggiornare i nostri strumenti, anche quelli normativi perché oggi siamo abituati a dividere il mondo del lavoro tra il lavoro subordinato, lavoro autonomo, lavoro a tempo indeterminato e lavoro a tempo determinato, ma questi modelli sono sempre più ibridati e contaminati". E ancora: "Entro il 2026 formeremo due milioni di giovani sul digitale".

L’esigenza di parlare con tutti ha già avuto un suo primo risultato, fa notare la ministra. "Il protocollo per le emergenze climatiche, e non solo per il caldo, è un significativo passo avanti innanzitutto perché è la prima volta che si firma un protocollo con le parti sociali dopo l’emergenza Covid del 2020 e c’è la consapevolezza di ampliare le coperture". E sul caldo, il caso di Glovo e del bonus offerto ai rider per lavorare nelle ore più torride, Calderone apprezza che si sia "con nel modo giusto, con un ripensamento da parte della società che ha compreso quanto quel messaggio fosse dissonante", rispetto alla volontà che poi ha portato appunto alla firma del protocollo.

Restando alle crisi del momento, la ministra aggiunge poi il punto di vista di chi si occupa di lavoro, rispetto alla vicenda ex Ilva: "La nazionalizzazione non è un’opzione sul tavolo, massima attenzione alle dinamiche occupazionali". Per Calderone, la sfida del lavoro che cambia si traduce anche nel rinnovo dei contratti, che "vanno resi sempre più efficienti". Con un no secco a quello che definisce "un totem della minoranza", cioè il salario minimo a 9 euro l’ora. A distanza replica il Pd: "Non è un totem, ma una misura di civiltà".

Giorgio Caccamo