Venerdì 11 Luglio 2025
FRANCESCO MORONI
Politica

La marcia per Gaza. In 8mila a Marzabotto: "Stop al genocidio"

Anche Landini tra i presenti al corteo

I partecipanti al corteo per Gaza partito da Marzabotto

I partecipanti al corteo per Gaza partito da Marzabotto

C’è un filo rosso che, da ieri, unisce i crinali dell’Appennino bolognese con il deserto di macerie e sangue nella Striscia di Gaza. Il parallelismo passa davanti agli occhi quando i fazzoletti dei partigiani – che coprono le rughe gonfie di storia e dolore – sfilano accanto alle magliette da calcio del Marocco, con il numero 2 e il nome di Achraf Hakimi sulle spalle, mentre un ragazzo chiama un coetaneo in arabo. Una cartello recita "Mentre la guerra avanza, l’umanità arretra" vicino a un altro con scritto: "Stop bombing Gaza". Ci sono le bandiere di dozzine di sezioni dell’Anpi, si mischiano tra quelle della Palestina. In mezzo ai calanchi dove, tra la fine di settembre e l’ottobre del 1944, si è compiuto uno dei più grandi massacri nazifascisti della storia, con quasi 800 morti in una manciata di giorni, ha sfilato la lunga marcia al grido di "Save Gaza" e "Fermate il governo di Israele".

Dovevano essere in diecimila, alla fine sono stati almeno 8.000, con oltre 170 associazioni da tutto il Paese (sotto l’organizzazione del ‘Portico della Pace’) che hanno raggiunto il parco Peppino Impastato a Marzabotto. Qui il corteo, sotto un sole cocente e con il termometro fisso sopra i 35 gradi, è stato chiamato a raccolta dalla sindaca ed ex presidente del Pd, Valentina Cuppi, che ha guidato la testa del ‘serpentone’.

"A Gaza ci sono bambini che vengono uccisi e lasciati morire di fame e di sete – puntualizza la sindaca –. Se c’è un’analogia tra le due situazioni è proprio questa: si tratta di crimini contro l’umanità, proprio come successo qui 80 anni fa. Io lo chiamo genocidio". Non entra "nella terminologia delle cose", Maurizio Landini. Eppure voleva esserci: "È importante prendere posizione – dice il segretario della Cgil – ed è importante che l’Europa e il Governo sviluppino azioni diplomatiche per arrivare a un cessate il fuoco e a una conferenza internazionale di pace". "Spero che anche la Comunità ebraica possa condannare questo genocidio", taglia corto Yassine Lafram (Unione delle comunità islamiche d’Italia) sull’assenza ieri degli ebrei bolognesi.

Da Marzabotto la marea umana ha raggiunto la frazione di Pian di Venola, dove si sono aggregati altri gruppi che hanno preferito un tracciato più corto, invece di due ore e mezzo di camminata per 7,5 chilometri e 450 metri di dislivello. Poi si è diretto lungo il salitone che è arrivato al Poggiolo di San Martino di Caprara, a Monte Sole. La Protezione civile e i volontari hanno distribuito acqua per tutto il tempo, assistendo i partecipanti. "Una grande speranza in giorni così drammatici", commenta il deputato dem Andrea De Maria.

"Genocidio" è la parola che usa anche Matteo Lepore: "Dobbiamo fare per i palestinesi quanto fatto per gli ucraini – esorta il sindaco di Bologna –: chiedere che tutta l’Europa dia loro diritto di cittadinanza". "Serve essere qui? – chiede un manifestante continuando la scarpinata –. Potremo dire ai nostri nipoti di aver provato a fare qualcosa".

Francesco Moroni