Ius soli, 'Italiani senza cittadinanza' a Mattarella: "Non lasciateci soli"

Appello dei ragazzi del movimento. Ma il 28 dicembre il presidente della Repubblica potrebbe sciogliere le Camere

Manifestazione per la proposta di legge sullo ius soli (Ansa)

Manifestazione per la proposta di legge sullo ius soli (Ansa)

Roma, 26 dicembre 2017 - Con la legislatura agli sgoccioli il rischio che lo ius soli finisca  dimenticato, così il movimento 'Italiani senza cittadinanza' lancia un appello al presidente della Repubblica. "Non lasciateci soli", si legge in una lettera indirizzata a Sergio Mattarella, in cui si torna a sollecitare il via libera a una legge di cittadinanza specialmente dopo la mancanza del numero legale al Senato nell'ultima seduta prima della pausa natalizia. 

Le ragazze e i ragazzi nati in Italia o all'estero da genitori stranieri e cresciuti nel nostro Paese ricordano che il 27 dicembre ricorrono i settant'anni della promulgazione della Costituzione italiana. "In una giornata così bella e fondamentale per le nostre vite e per la nostra democrazia, è nostro dovere ricordarLe come molte e molti di noi abbiano imparato a conoscerla tra i banchi di scuola, imparandone i valori fondamentali di libertà, uguaglianza, pace, rispetto". 

"Tutti e tutte noi - prosegue la lettera - l'abbiamo letta, riletta e riscoperta in questo anno di mobilitazione a favore della riforma della cittadinanza, ci siamo riconosciuti profondamente nei suoi valori, e in particolare nell'articolo 3, il cui secondo, magnifico comma, concepito dal padre costituente Lelio Basso, che recitando 'È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese', prospetta un orizzonte di riduzione delle diversità e di accesso ai diritti fra le varie componenti della Nazione e di progressivo ampliamento dei diritti e della platea degli aventi diritto come inscritto nell'intelaiatura profonda della Repubblica". 

"Caro Presidente - scrivono ancora i ragazzi - concorderà con noi che il 23 dicembre la Repubblica ha fallito nella rimozione di questi 'ostacoli', mantenendo di fatto una distinzione netta tra cittadini e non, basata su una concezione prettamente elitaria ed economica della cittadinanza". "Non lasci che questa battaglia, iniziata con le prime mobilitazioni della Rete Nazionale Antirazzista nel 1997, quando molti e molte di noi non erano ancora nati, cada in un nulla di fatto", aggiungono. "In questi mesi, forze oscure che puntano a indebolire le ragioni della convivenza e dello stato di diritto sono cresciute, proprio cavalcando le ragioni del fronte del no alla riforma, riattivando la memoria di parole d'ordine che credevamo dimenticate, legate al fascismo e del colonialismo - va avanti il testo - Qui, non si parla di una battaglia che punta semplicemente alla conquista di un accesso alla cittadinanza piu' semplificato, con la nostra battaglia puntiamo ad ottenere, finalmente, il nostro riconoscimento come categoria sociale finora ignorata e dimenticata; con la nostra battaglia puntiamo ad una politica di ampio respiro, al passo con i tempi e che soprattutto sappia riconoscere i cambiamenti sociali e culturali del proprio Paese". 

"Talvolta le autorità di un Paese democratico sono chiamate dalla Storia a promuovere leggi che possono apparire divisive ma che in realtà sono necessarie a potenziare gli anticorpi e a creare argini contro la deriva di forze antidemocratiche e destabilizzanti. Non lasciateci soli ancora una volta", si conclude la lettera.

Lo Ius soli è stato rinviato al prossimo 9 gennaio ma se - come sembra ormai probabile - il presidente della Repubblica sciogliera' le Camere il 28 dicembre, il provvedimento sulla cittadinanza non potrà diventare legge.