Venerdì 19 Aprile 2024

Ius soli, manca il numero legale in Senato. Stop alla discussione

Tutto rimandato alla seduta del 9 gennaio. Esulta Calderoli: "Il provvedimento è morto e sepolto"

Un momento della fiaccolata per lo Ius soli in piazza Montecitorio (Ansa)

Un momento della fiaccolata per lo Ius soli in piazza Montecitorio (Ansa)

Roma, 23 dicembre 2017 - Si ferma l'esame del ddl sullo ius soli in Senato. Dopo l'approvazione definitiva della manovra 2018, è venuto a mancare il numero legale nell'aula di Palazzo Madama dove si era cominciato a discutere della pregiudiziali di costituzionalità della norma per la cittadinanza. Assenti 29 dem, tutti i 5 Stelle e la quasi totalità dei centristi.

Il presidente Pietro Grasso, che su richiesta del leghista Roberto Calderoli aveva proceduto alla verifica dei presenti, ha quindi aggiornato la seduta al 9 gennaio 2018 alle ore 17. 

ESULTA LA LEGA - "Lo ius soli è definitamente naufragato. Colpito e affondato. Morto e sepolto - esulta lo stesso Calderoli -. Per me è una grande vittoria, perché sono stato io in questi due anni e mezzo, con le mie decine di migliaia di emendamenti, a bloccare in commissione e poi in Aula questa assurda e inutile proposta di legge che serviva solo a regalare un milione di nuovi voti al Pd". "Ora tutti quelli che a sinistra fingevano di digiunare per lo ius soli, saltando il pranzo ma non la cena, possono anche tornare a mangiare, anche se temo che il panettone stavolta gli andrà di traverso", aggiunge il vicepresidente del Senato. 

UNICEF: PAGINA INCIVILE - "Doveva essere un gesto di civiltà come qualcuno ha detto tempo fa, invece si chiude nel modo più incivile possibile: lo ius soli non verrà approvato, basta ipocrisie elettorali", ha dichiarato invece Andrea Iacomini, portavoce dell'Unicef Italia. "Le Camere stanno per sciogliersi, come anche l'ipotesi di approvazione di questa legge, come neve al sole  - prosegue -.  Chiediamo scusa agli 800mila compagni di classe dei nostri figli, adulti di domani, che vedranno negati ancora una volta i loro diritti". "È un atteggiamento davvero inaccettabile quando si tratta di bambini e ragazzi. L'Italia ha violato l'art.2 della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza in materia di non discriminazione, è un dato di fatto malgrado le continue raccomandazioni dei Comitati Onu. Questi giovani italiani finiscono nel dimenticatoio mentre parte la gara alle candidature, le trattative sui collegi, le maratone tv".