Mercoledì 24 Aprile 2024

Il guru dell'Eliseo: "Italia e Francia? Gemelle diverse, lo diceva Mitterrand"

Il diplomatico Jean Musitelli: "Il presidente amava tutto di voi. Dal Rinascimento all'arte e cibo, siamo due Paesi intimamente vicini. Il rapporto non andrà in crisi"

Giorgia Meloni con il presidente francese Emmanuel Macron

Giorgia Meloni con il presidente francese Emmanuel Macron

Parigi, 20 febbraio 2023 - "Non posso nemmeno immaginare che il rapporto fra Italia e Francia vada in crisi. Al contrario, nell’interesse loro e dell’Europa, Parigi e Roma devono continuare il cammino insieme: non hanno altra possibilità nel drammatico contesto internazionale attuale". Francese di origini italiane (i nonni paterni approdarono in Francia un secolo fa dalla Val Brembana), Jean Musitelli ha vissuto per 11 anni a fianco di François Mitterrand: prima come consigliere diplomatico, poi come portavoce dell’Eliseo.

In passato non c’erano tanti sgarbi fra le due sorelle latine… "Meno di oggi. Confesso di essere molto deluso per i contrasti emersi in questi giorni. Ma i ricordi di ieri si riverberano nel presente, e i valori di allora restano quelli di oggi. Avevamo un obiettivo fantastico: dar vita al sogno europeo. Il risultato non era scontato, lo scenario bisognava inventarlo giorno per giorno, ma c’era una visione comune e questo permetteva di superare qualsiasi attrito".

L’asse franco tedesco (Mitterrand e Kohl) esisteva già allora. "Certo, ed era molto forte: il che non impedì la vicinanza tra Francia e Italia. Mitterrand non voleva dipendere totalmente dalla relazione con la Germania, peraltro necessaria per la costruzione dell’Europa: voleva una ‘sponda’ italiana in rappresentanza dell’Europa del sud. Era una questione di equilibrio. Comunque non gli piaceva la formula “coppia franco-tedesca“. Preferiva parlare di “motore franco-tedesco“. Diceva che essere una coppia significa che con altri si possono avere soltanto rapporti adulterini; e lui voleva invece relazioni aperte anche con altri, in particolare con l’Italia".

Perché l’Italia? "Perché amava tutto del vostro Paese, la letteratura, l’arte, il cinema, la moda, la gastronomia, le donne, l a douceur de vivre . Non esiste nessun altro Paese così intimamente vicino alla Francia, da secoli: pensi al Rinascimento, alle regine francesi di origini italiane, alle influenze culturali che hanno attraversato le Alpi. Non abbiamo mai avuto un rapporto del genere con la Germania, né con alcun altro Paese al mondo".

Ma allora perché periodicamente scoppiano le scintille? "Anche nelle coppie più solide ci sono i momenti di crisi. Nel nostro caso è inevitabile che gli interessi nazionali creino a volte concorrenza e tensioni".

Anche con Mitterrand ci fu qualche problema. "Ci fu un momento critico nel 1994, quando Berlusconi andò al potere. Mitterrand non apprezzava che un uomo che controllava gran parte della stampa diventasse anche primo ministro, e lo fece sapere. I suoi commenti provocarono reazioni vivaci a Palazzo Chigi, ma in seguito tutto si aggiustò. Ricordo che Berlusconi, al vertice bilaterale di Aix-en-Provence, definì Mitterrand “un grande artista della politica“".

Il predecessore di Mitterrand, Valéry Giscard d’Estaing, aveva invece mostrato una certa condiscendenza verso l’Italia… "La snobbava. Rifiutò d’invitarla al vertice della Guadalupa. Non la metteva sullo stesso piano delle altre potenze europee. Con Mitterrand fu tutta un’altra musica: la sua prima visita ufficiale all’estero, pochi mesi dopo l’elezione all’Eliseo, nel 1981, fu proprio a Roma, dove l’allora ambasciatore Gilles Martinet – personaggio fantastico, grande amante dell’Italia, che aveva sposato la figlia di Bruno Buozzi – gli preparò un’accoglienza fastosa".

Possiamo dire che Italia e Francia, oggi più che mai, hanno bisogno l’una dell’altra? "Penso che questa necessità reciproca esista. Le incomprensioni di questi giorni non possono incrinare i rapporti profondi tra i due Paesi. Siamo destinati ad andare d’accordo, visto che l’obiettivo comune è il rafforzamento europeo: Macron sa perfettamente che un’Europa senza l’Italia non può reggere. L’Italia ha espresso personalità che, da De Gasperi in poi, hanno permesso all’Europa di rinascere dopo il disastro delle due guerre mondiali. Dobbiamo difendere l’eredità che ci hanno lasciato i nostri padri".

Secondo la sua esperienza politica, che cosa bisogna fare per riportare la quiete dopo la tempesta? "Rifletterei seriamente sul problema dei migranti: sono rimasto perplesso nel constatare una così scarsa solidarietà francese nei confronti dell’Italia. Bisogna mostrare più comprensione, non ripiegarsi nell’egoismo nazionale. Lo dico per la Francia, ma potrei dire altrettanto di fronte a certe reazioni italiane. Dobbiamo guardare le cose dall’alto, affrontare le sfide in modo meno meschino. Il compito dei leader politici è risolvere i problemi senza dar vita alle polemiche, che sono dannose e soprattutto inutili".