Invio armi all'Ucraina, in Senato ritirato l'emendamento sulla proroga

La modifica è stata prima accantonata, poi ritirata: la proroga era prevista fino al 31 dicembre del 2023. In arrivo decreto ad hoc

Roma, 29 novembre 2022 - Niente invio delle armi in Ucraina nel decreto Nato e Calabria: in Senato le commissioni Difesa e Sanità hanno ritirato l'emendamento dei relatori al decreto sulle missioni Nato, che chiedeva di prorogare fino al 31 dicembre del 2023 la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore dell'Ucraina. La proposta di modifica, presentata ieri, è stata prima accantonata e poi ritirata. L'emendamento dovrebbe dunque essere inserito in un altro decreto ad hoc.

La discussione del dl Nato è avvenuta in Senato
La discussione del dl Nato è avvenuta in Senato

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"Come ha spiegato oggi il ministro ai Rapporti con il Parlamento Ciriani, il governo non si è mai nascosto sulle necessarie autorizzazioni per l'invio di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari all'Ucraina. Abbiamo dato più volte ampia e totale disponibilità di riferire alle Camere. In ogni caso ho chiesto al ministro Ciriani di ritirare l'emendamento in questione dopo che mi ha confermato l'impegno di tutti i gruppi parlamentari a calendarizzare un decreto sul merito della questione e ad approvarlo entro il 31 dicembre 2022". Così il ministro della Difesa, Guido Crosetto

Slitta, invece, a domani alle 14 l'esame in Aula del Senato del decreto recante disposizioni urgenti di proroga della partecipazione di personale militare al potenziamento di iniziative della Nato, delle misure per il servizio sanitario della regione Calabria, nonché di Commissioni presso l'Aifa. Questo è quanto è stato deciso durante la conferenza dei capigruppo di palazzo Madama.

La modifica che è stata accantonata era stata presentata da Roberto Menia di FdI e Clotilde Minasi della Lega, mentre il ritiro è stato chiesto dal Pd. Ma già ieri l'alleanza Verdi-Sinistra, al momento della presentazione dell'emendamento, era insorta: "Un colpo di mano".

Durante la seduta della Camera, in cui c'è stato l'esame delle mozioni sul conflitto russo-ucraino, il capogruppo Pd in Commissione Difesa Stefano Graziano, ha detto che "il nuovo governo deve affrontare il tema del conflitto in Ucraina con chiarezza, senza ambiguità e senza scorciatoie". Il Partito Democratico, quindi, ha sostenuto da subito la scelta di sostenere l'Ucraina nel difendersi dall'aggressione russa e continuerà a farlo anche per il 2023 "ma è irrinunciabile l'esigenza che il Parlamento si confronti su un provvedimento specifico e che una decisione così importante non venga presa con un emendamento frettoloso ed estemporaneo".

Per Simona Malpezzi, capogruppo Pd, "bene che il governo abbia chiesto ai relatori di ritirare l'emendamento rispetto alla proroga dell'invio di sostegni all'Ucraina. Noi avevamo chiesto che ci fosse un provvedimento ad hoc e ci sembra che il governo abbia compreso e chiesto ai relatori il ritiro in questi minuti". Tra le mozioni presentate, la più dura sul punto era quella di Alleanza Verdi Sinistra, che chiede all'opposto di interrompere la fornitura di equipaggiamento militare, concentrando tali risorse sull'assistenza umanitaria e la ricostruzione.