Venerdì 19 Aprile 2024

Incontro Salvini-Berlusconi, Foa vicino alla ricandidatura in Rai

Il patto di Arcore: sul tavolo anche tasse, strategie per le regionali e tetti pubblicitari in tv

Incontro ad Arcore, Berlusconi saluta i suoi ospiti (Ansa)

Incontro ad Arcore, Berlusconi saluta i suoi ospiti (Ansa)

In cima al menù di un incontro durato due ore, c’era il nodo della presidenza della Rai: senza i voti di Forza Italia la candidatura dell’uomo indicato da Salvini per la presidenza di viale Mazzini, Marcello Foa, non potrà mai passare, ergo urgeva assicurarsi il placet del Cavaliere. Il quale «ha detto sì», come Salvini si aspettava. Ma Berlusconi prima di dare il suo via libera ufficiale per Foa attende che il Carroccio chiarisca definitivamente la sua posizione in termini di alleanze per le amministrative, flat tax e il tetto per la pubblicità in tv. I dubbi, specie tra quegli azzurri che Foa lo hanno già bocciato, a luglio, restano intatti, ma gli stessi – quando, mercoledì prossimo, Lega e M5S riproporranno Foa in commissione di Vigilanza – dovranno subire, senza fare troppe storie, il ‘contrordine’. Proprio per questo, molto probabilmente prima di mercoledì, è atteso un nuovo incontro di tutto il Centrodestra. Nel piatto della cena di ieri ad Arcore inoltre, c’era anche il ‘dossier’ sul tetto per gli spot pubblicitari.

Una misura sollevata da poco, e con fare minaccioso verso le aziende del Biscione, da parte del M5S e su cui il Cav pretendeva parole chiare da parte di Salvini. Parole chiare che sono arrivate: «Non è nel contratto di governo e non è una nostra battaglia, non passerà mai». Del resto, che i rapporti personali tra il leader di Fi e il vicepremier siano tornati buoni, dopo mesi di incomprensioni, lo ammette proprio Salvini che però distingue il dialogo con l’ex premier dagli atteggiamenti degli azzurri: «Alcune cose non le ho capite come ad esempio sul taglio dei vitalizi», misura su cui i forzisti «hanno votato contro insieme al Pd».

Ma poi – e cioè dopo la partita del Milan, vista insieme – la riunione ad Arcore, faceva sapere il ministro dell’Interno, è servita a parlare di «futuro», tasse e «visione dell’Italia», delle «cose fatte nei primi cento giorni di governo e di quelle ancora da fare», specie sul fronte del «meno tasse». La manovra economica incombe e Fi aspetta al varco la Lega per capire se la flat tax che Salvini prevede al 15% sarà una tassa unica o avrà tre aliquote, come dice Di Maio. Nel futuro, però, ci sono anche cose minori (ma importanti) come le elezioni regionali: a breve, in autunno, si voterà in Abruzzo e in Basilicata, nel 2019 in Piemonte e Sardegna. La divisione concordata dovrebbe essere questa: due candidati presidente alla Lega (Basilicata e Sardegna) e due a Fi (Abruzzo e Piemonte), ma sul punto le trattative (e il braccio di ferro) restano aperte. Come resta in piedi, nella testa di Salvini, il progetto di diventare il punto di riferimento di tutto il centrodestra. Diverso invece il percorso immaginato da Fi, in particolare da Tajani, che boccia l’idea di un partito unico, ma che apre ai centristi dell’Udc e punta a «una federazione» in nome di quel Ppe che la Lega vuole, se non distruggere, scardinare.