Elezioni amministrative 2021, la lista degli impresentabili: 4 sono a Roma

Anche Marcello De Vito nella Capitale. Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, unico impresentabile alle Regionali in Calabria

Domenico  Lucano, ex sindaco di Riace

Domenico Lucano, ex sindaco di Riace

Roma, 1 ottobre 2021 - Sono nove i candidati alle elezioni comunali e uno alle regionali a essere impresentabili. Lo ha annunciato il presidente della commissione antimafia, Nicola Morra, al termine dell'audizione. Tra questi, Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, è l'unico impresentabile alle Regionali in Calabria, mentre alle comunali sono emersi 4 nomi nelle liste per l'assemblea capitolina, uno per il consiglio comunale di Cosenza, uno per Siderno, una per Napoli e uno per Bologna.

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Elezioni regionali

Un "solo candidato" è finito nel mirino della Commissione parlamentare Antimafia nell'ambito dei controlli sui cosiddetti ' impresentabili' nelle liste per le regionali in Calabria. Si tratta di Domenico Lucano, ha detto al termine della seduta Morra spiegando che se Lucano venisse "eletto risulterebbe sospeso di diritto perché ha riportato una condanna, sebbene non definitiva" per alcuni reati legati alla legge Severino tra cui "peculato e abuso di ufficio", ha spiegato Morra. Lucano si presenta per ''Un'altra Calabria è possibile' che sostiene il candidato presidente Luigi de Magistris.

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Elezioni comunali

Sono nove gli impresentabili alle prossime elezioni amministrative, secondo il codice di autoregolamentazione dei partiti e la legge Severino. Di questi, quattro sono candidati alle Comunali di Roma.

Nei confronti di Marcello De Vito, ex presidente dell'assemblea capitolina con Virginia Raggi, ora candidato di Forza Italia a sostegno di Enrico Michetti, è stato emesso decreto di giudizio immediato per il reato di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio (articoli 319 e 321 del codice penale). Sempre a Roma, la città dove risultano 4 candidati impresentabili, oltre a De Vito c'è Viorica Mariuta per la lista Movimento idea sociale Mis che sostiene il candidato Gianluca Gismondi. Sarebbe sospesa d'ufficio se eletta perché condannata per peculato. Nella stessa lista, Antonio Ruggiero risulta in violazione del codice di autoregolamentazione perché rinviato a giudizio per impiego di denaro, beni o utilità di altra provenienza illecita. Infine sempre per il Consiglio comunale di Roma c'è Maria Capozza, candidata Fi per Michetti, rinviata a giudizio per corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio e corruzione di persona incaricati di pubblico servizio.

Per quanto riguarda le elezioni del Consiglio comunale di Cosenza, viola il codice di autoregolamentazione dell'Antimafia Gianluca Guarnaccia, candidato per la lista "Coraggio Cosenza" a sostegno di Francesco Caruso sindaco. Ha due rinvii a giudizio per associazione di stampo mafioso.

Sempre in Calabria, a Siderno il candidato Domenico Barbieri per la lista "Corriamo insieme" a sostegno del sindaco Antonio Cotugno se eletto risulterebbe sospeso di diritto perché condannato in via definitiva a sei mesi per coltivazione di stupefacenti.

A Napoli Carlo De Gregorio, candidato per "Essere Napoli" a sostegno del candidato del centrodestra Catello Maresca se eletto risulterebbe sospeso per la legge Severino perché condannato a due anni in primo grado per importazione, detenzione e commercio di sostanze stupefacenti.

A Bologna è incandidabile perché condannato a 4 mesi di reclusione per detenzione ai fini di spaccio Riccardo Monticelli della lista "Coalizione civica per Bologna coraggiosa, ecologista e solidale" a sostegno del candidato sindaco del centrosinistra Matteo Lepore. Morra ha precisato che al momento della presentazione della lista il casellario giudiziale non presentava condanne definitive. 

Infine, un'altra posizione riguarda uno dei candidati a sindaco di Cerignola, Franco Metta perché "la decisione del 1 giugno 2021 della Corte di appello di Bari ha sancito l'incandidabilità" anche se la pronuncia non è definitiva rileva ai "fini del codice di autoregolamentazione". Questa norma, ha spiegato Morra, "precluderebbe la presentabilità di candidati che abbiano ricoperto la carica di sindaco in Comuni sciolti" e dunque Metta non sarebbe "presentabile come candidato sindaco avendo ricoperto le stesse funzioni nel Comune di Cerignola, i cui organi elettivi furono sciolti ai sensi dell'articolo 143 del Tuel" ossia per infiltrazioni.