Martedì 23 Aprile 2024

Sciopero all'ex Ilva, Conte a Taranto. Ressa e cori: "No allo scudo"

Il premier al Consiglio di fabbrica: "Combattere uniti". Lavoratori e residenti: "Chiudete la fabbrica". Il gruppo indiano Jindal smentisce le voci di un rinato interesse sul complesso siderurgico. Di Maio: "Dobbiamo obbligare ArcelorMittal a restare"

Conte al consiglio di fabbrica Ex Ilva (LaPresse)

Conte al consiglio di fabbrica Ex Ilva (LaPresse)

Milano, 8 novembre 2019 - Conte a Taranto nel giorno dello sciopero. I lavoratori dello stabilimento ArcelorMittal di Taranto ( ex Ilva) si sono fermati oggi per la mobilitazione indetta da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm contro il recesso dal contratto da parte della multinazionale dell'acciaio e la restituzione di impianti e personale all'amministrazione straordinaria. Nel pomeriggio hanno incontrato il premier. 

Conte all'Ilva

 "Non conosci l'impianto!". Così hanno urlato guppi di operai e tarantini all'ingresso dell'impianto siderurgico, dove è arrivato Conte . "Sono venuto per questo, sono venuto per questo. Sono venuto per ascoltare", ha replicato il premier, che poi si è spazientito: "Siete maleducati! Parlerò dopo". Molti sono cittadini del vicino quartiere Tamburi, nel quale si contano i maggiori danni ambientali e, soprattutto, di salute. "Qui ci sono più morti che nascite", dice una madre. "Abbiamo fiducia nelle istituzioni ma non fatela perdere a noi", aggiunge un altro. Giuseppe Conte dialoga con alcuni. Riporta il tema sul lavoro. "Tu lavori?", chiede ad un cittadino. "Ora sono disoccupato", risponde. E quando gli viene chiesto un giudizio sulla società che ora gestisce l'impianto risponde al premier, "Mittal non si è comportata mica tanto bene". Alle tante persone in aperto dissenso il premier ha detto di non aver soluzioni in tasca. Sollecitazioni di segno opposto arrivano dai lavoratori. C'è chi chiede di chiudere la fabbrica: "Vogliamo alternative economiche pulite, come a Genova dove hanno chiuso l'altoforno". Tanti si uniscono al coro contro lo scudo penale. "Se ci teniamo Mittal e gli lasciamo anche lo scudo tutte le lotte che ho fatto io verranno archiviate", spiega un lavoratore. 

Conte agli operai: "Combattiamo uniti"

Conte è entrato dentro lo stabilimento, accolto con un applauso dal consiglio di fabbrica. Il dossier ex Ilva "è prioritario per il governo - ha detto il presidente del Consiglio ai rappresentanti sindacali -. Dobbiamo gestirlo tutti uniti, non solo il governo, ma anche voi. Tutti insieme dobbiamo combattere questa battaglia. Come sistema Paese". 

Il gruppo indiano Jindal si sfila da Taranto

Dopo la ritirata di ArcelorMittal, anche il gruppo indiano Jindal nega - con un tweet - un interesse per gli asset dell'ex Ilva. "Smentiamo con forza", si legge nel tweet postato sul canale Twitter del gruppo, le indiscrezioni di stampa secondo cui "Jindal Steel & Power potrebbe rinnovare il suo interesse per l'acciaieria di Taranto". A suffragio di questa smentita arrivano anche le dichiarazioni del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, al termine dell'incontro con il Ceo di Jsw Steel Sajjan Jindal che si è svolto oggi a Roma. "Ci sono buone notizie per la siderurgia in Toscana. Mister Jindal mi ha confermato l'intenzione di investire a Piombino e di rimanerci". Così "Lo scenario del mercato dell'acciaio- continua Rossi- è altamente incerto e per questo Jsw vuole sviluppare tutti gli investimenti previsti negli accordi precedenti. A Taranto non sono assolutamente interessati ad andare". I vertici del gruppo indiano dell'acciaio, avverte ancora il governatore della Toscana, "vogliono fare di Piombino un impianto moderno e chiedono di essere supportati secondo gli impegni già assunti dal governo relativamente al costo dell'energia. Con la Regione - conclude - confermano spirito di collaborazione positivo che consentirà di sviluppare i progetti per ulteriori investimenti per la città siderurgica della Toscana".

Di Maio: dobbiamo obbligare A.Mittal a restare

"La vecchia cordata non esiste più, dobbiamo obbligare Arcelor Mittal a restare a Taranto", ha detto stamani Di Maio, aggiungendo: "Va bene il dialogo ma senza minacce: Arcelor Mittal sapeva che avrebbe trovato un governo che pretende siano rispettati i patti. Chiedere di andare via da Taranto è un'azione inaccettabile che non è presupposto per il dialogo. Mettere sulla strada 5.000 persone mi sembra assurdo. Le cambiali non le pagano gli italiani, ma se le pagano loro, se hanno problemi di produzione perché hanno sbagliato i conti". Nel pomeriggio il ministro degli Esteri è tornato sulla questione: "Non so se è vero ma ho letto che addirittura il Pd vuole presentare questo emendamento" sullo scudo penale ad Arcelor Mittal, "quello è un problema, è un problema per il governo" ha detto l'ex vicepremier al termine del vertice con lo stato maggiore M5S.

A.Mittal, rating a rischio senza addio all'Ilva

Intanto l'agenzia Moody's conferma il rating 'Baa3' di ArcelorMittal ma cambia l'outlook da 'stabile' a 'negativo'. La revisione, si legge in una nota, "riflette il rapido declino degli utili quest'anno nel contesto di una domanda calante da parte del mercato finale e di un deterioramento degli spread sull'acciaio". "Ulteriori pressioni al ribasso" sul rating potrebbero arrivare "dall'incapacità di dare esecuzione senza attriti e in modo tempestivo alla proposta di risoluzione dell'acquisto dell'Ilva".