Mercoledì 24 Aprile 2024

Il richiamo Mattarella: "Diritti alle persone, non alle etnie"

Il presidente della Repubblica per il 150° anniversario della morte di Manzoni: era popolare, non populista. Il Colle: "È un discorso dal respiro mondiale, non lo si svilisca con polemiche di casa nostra"

Milano, 22 maggio 2023 – “È la persona e non la stirpe" o "l’appartenenza a un gruppo etnico, a essere destinataria di diritti universali". Quello che oggi definiamo multilateralismo deve prevalere sul "nazionalismo esasperato". No al populismo o a chi cerca solo "un effimero consenso". E via così, nelle parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che prendono spunto dal 150esimo anniversario della morte di Alessandro Manzoni.

Milano, Sergio Mattarella alla cerimonia per il 150° anniversario della morte di Alessandro Manzoni (Ansa)
Milano, Sergio Mattarella alla cerimonia per il 150° anniversario della morte di Alessandro Manzoni (Ansa)

Doveva trattarsi di una celebrazione simbolica, ma il discorso del Capo dello Stato è molto forte. In verità, dal Quirinale si fa sapere, si spiega e si sottolinea che "si è trattato di un discorso di ampio respiro, dove si parla di tendenze mondiali, di sovranismi in generale, delle classi dirigenti di europee" e che, dunque, "non si può svilire con le polemiche di casa nostra", cioè indicando nelle parole di questo o quel ministro (Lollobrigida sull’etnia, Sangiuliano sulla supremazia culturale, ecc.) del governo Meloni l’obiettivo recondito delle parole di Mattarella. Ed è certamente così. Mattarella prende spunto dai Promessi sposi. E qui arriva la prima stoccata: "Utilizzando una terminologia odierna, possiamo parlare di un Manzoni certamente ‘popolare’, ma non ‘populista’…". E questo "ci induce a riflettere, sia pure in tempi incommensurabilmente distanti, sui pericoli che corrono oggi le società democratiche di fronte alla diffusione del distorto e aggressivo uso dei social media, dell’accentramento dei mezzi di comunicazione nelle mani di pochi, della disinformazione organizzata e dei tentativi di sistematica manipolazione della realtà". Ma fin qui siamo nella denuncia della disinformazione. "E, anche – avverte però ancora Mattarella – sulla tendenza, registrabile in tutto il mondo, delle classi dirigenti a assecondare la propria base elettorale o di consenso e i suoi mutevoli umori, registrati di giorno in giorno attraverso i sondaggi, piuttosto che dedicarsi a costruire politiche di ampio respiro, capaci di resistere agli anni e di definire il futuro". Insomma, non si fa politica in base ai sondaggi, per inseguire consensi, ma sulla base di politiche valoriali. Mattarella cita, poi, la Storia della Colonna infame . Per il Capo dello Stato, "nell’idea manzoniana di libertà, giustizia, eguaglianza e solidarietà si può scorgere una anticipazione della visione di fondo della Dichiarazione universale dei diritti dell’Uomo del 1948". E qui arriva l’altra stoccata, dedicata ai coltivatori e seminatori di idee razziste o, comunque, basate sulla teoria dell’etnia, definendola: "Una carta fondamentale che individua la persona umana in sé, senza alcuna differenza, come soggetto portatore di diritti, sbarrando così la strada a nefaste concezioni di supremazia basate sulla razza, sull’appartenenza, e sulla sopraffazione, sulla persecuzione, sulla prevalenza del più forte. Concetti e assunti che, come ben sappiamo, sono espressamente posti alla base della nostra Costituzione repubblicana". Infine, torna sulla visione manzoniana della persona per dire che "è, questa, in quanto figlia di Dio, e non la stirpe, l’appartenenza a un gruppo etnico o a una comunità nazionale, a essere destinataria di diritti universali, di tutela e di protezione. È l’uomo in quanto tale, non solo in quanto appartenente a una nazione, in quanto cittadino, a essere portatore di dignità e di diritti". Una linea di demarcazione netta, quella tracciata a governi europei e italiani.