Domenica 15 Settembre 2024
FEDERICO
Politica

Il primo cittadino di Arezzo: "Ho tante responsabilità. Prendevo più da ingegnere"

Alessandro Ghinelli guida la città toscana dal 2015: è giusto aumentare i compensi "Rinunciando al lavoro da professionista e da docente ho perso il 75% dei redditi".

Il primo cittadino di Arezzo: "Ho tante responsabilità. Prendevo più da ingegnere"

Il primo cittadino di Arezzo: "Ho tante responsabilità. Prendevo più da ingegnere"

D’Ascoli

Il suo stipendio lordo è passato da 4.508 a 9.660 euro in pochi anni: "Soldi meritati, fino all’ultimo centesimo. È un impegno totalizzante che non consente di portare avanti altre attività professionali. Senza dimenticare la delicatezza di certi atti che possono provocare al sindaco cause milionarie".

Alessandro Ghinelli guida il Comune di Arezzo dal 2015: è al secondo mandato, sostenuto dal centrodestra. Non ha il minimo dubbio sull’opportunità di incrementare i compensi mensili.

Sindaco Ghinelli, è sorpreso dalle polemiche sul raddoppio dei vostri stipendi?

"In realtà si tratta di una scelta che risale al 2022, fatta dal governo Draghi. Con una differenza: alcuni sindaci hanno deciso di farlo tutto insieme, ad Arezzo abbiamo preferito un aumento graduale del 25% all’anno. Rinunciando, di fatto, a una parte importante dell’indennità".

In un momento di vacche magre perché i sindaci si sono aumentati l’assegno?

"È una scelta fatta dal governo che parametra i compensi a quelle dei presidenti di Regione. Anche l’Anci l’ha caldeggiato: è importante precisare che non sono soldi che vengono sottratti dai bilanci comunali. Gli aumenti sono soltanto un riconoscimento necessario alle delicate funzioni e quotidiane impegni di un sindaco che in una città come Arezzo. Non c’è spazio per fare altro: tutto questo deve essere riconosciuto, anche a livello economico".

Responsabilità e mancati guadagni. Lei è ingegnere esperto di opere sismiche e professore universitario: potrebbe occuparsi di altro.

"Esatto. I sindaci sono diventati a volte gli unici punti di riferimento dei cittadini, in più la legge affida un potere di firma su atti che possono portare a cause milionarie. Non ho problemi a rivelare che da professionista con quote in una società di ingegneri a sindaco ho perso il 75% dei redditi. E ho dovuto lasciare anche l’insegnamento a Firenze per l’incompatibilità".

Viene da chiedere: chi glielo fa fare?

"La passione per la politica e la convinzione che un buon sindaco possa incidere davvero sul benessere dei concittadini. Semmai sarebbe importante poter scegliere la propria squadra amministrativa...".

Che intende?

"Se dovessi migliorare qualcosa introdurrei lo spoils system per nominare i dirigenti pubblici. Non parlo del mio Comune dove i dirigenti hanno la piena fiducia. È un problema generale: poter decidere lo staff migliorerebbe l’azione amministrativa".

Lei è stato accusato e poi assolto, per il filone dell’abuso d’ufficio, nel processo Coingas. Cancellare questo reato è una buona notizia?

"Certo che lo è. Lo dicono i numeri: nel 93% dei casi le inchieste per abuso d’ufficio non arrivano nemmeno al giudizio, il resto sono assoluzioni o prescrizioni. In attesa di una sentenza, però, gli amministratori subiscono un danno grave di reputazione, umano e professionale, non solo politico. C’è un paradosso: ogni giorno un sindaco deve decidere se firmare un atto, rischiando l’abuso d’ufficio, o non firmarlo, rischiando l’omissione di atti d’ufficio. La legge è formulata male, meglio cancellare un reato che crea dolore e discredito in chi viene accusato, senza risultati giudiziari".