Onorevole Roberto Fico (nella foto), ex presidente 5 Stelle della Camera, siete soddisfatti dell’accoglienza affettuosa che con Giuseppe Conte avete ricevuto da parte della piazza dem?
"Non c’è dubbio. Noi siamo andati alla manifestazione indetta dal Pd sia come segno di rispetto sia perché pensiamo che sia giusto costruire, laddove possibile, un’alternativa rispetto a una destra che non ci piace. Ricordiamo poi che una delegazione dem ha partecipato alla nostra manifestazione sul salario minimo. Ci è sembrato giusto ricambiare. E siamo stati contenti dell’accoglienza ricevuta sia fuori che dietro al palco, per cui ringrazio davvero Schlein".
La segretaria del Pd ha parlato della necessità di costruire un "campo progressista". Oltre ai temi come il salario minimo, ci sono margini per un’intesa più ampia?
"C’è un altro ambito che stiamo cercando di portare avanti: quello contro l’autonomia differenziata. Altra battaglia campale, rispetto alla quale abbiamo fatto anche iniziative col Pd".
E in quanto alle alleanze?
"È notizia di questi giorni che abbiamo siglato un accordo in Sardegna sulla candidatura di Alessandra Todde per tutta l’area progressista. A Foggia abbiamo fatto un’operazione importante dopo tanti anni di abbandono del Comune. Dove possiamo, stiamo lavorando insieme. E continueremo su questo percorso. È chiaro poi che in alcuni territori ci sian delle differenze, dovute al tipo di lavoro e agli attori in campo, che rendono il percorso più complesso. Ma noi rispettiamo molto questa piazza e condividiamo i temi posti oggi dal Pd. Per questo siamo stati presenti".
Tra i temi, però, spiccava un po’ di reticenza sulla pace...
"Sappiamo che su certi temi ci sono delle differenze. Ma questo non pregiudica un lavoro che stiamo facendo in molti territori. Non è oggi il momento dei distinguo rispetto alla nostra partecipazione sincera. La nostra posizione è molto chiara sia sull’Ucraina che sul Medio Oriente. Penso che l’obiettivo comune di tutti sia poi arrivare a una pace giusta. Che nel caso di Israele e Palestina non può che significare due Stati per due popoli".
Sulle riforme si finirà all’ennesimo duello referendario?
"Il Parlamento dovrà discuterne il più possibile. Parliamo di riforme per cui ci saranno due letture. Ne discuteremo. Ma questo parlare di riforme a partire dal premierato, che non ci trova d’accordo, in piena sessione di bilancio mi pare un modo per distogliere l’attenzione su una manovra improntata all’austerità, senza visione e che non fa crescere il Paese. Questa è la politica reale per come la vedo io".
Cosimo Rossi