Pd, il patto dell’Appennino. Bonaccini-Nardella, strada tracciata

Ieri i due non si sono visti. "Ma i contatti sono costanti", assicurano dallo staff del sindaco di Firenze

Stefano Bonaccini e Dario Nardella

Stefano Bonaccini e Dario Nardella

Firenze, 1 dicembre 2022 - "Quello che volevo annunciare l’ho detto domenica a Roma. Lavoro per costruire, per dare forza alle idee e al dibattito, voglio unire sui valori fondanti e identitari del nostro Pd, c’è un patrimonio da rilanciare". Dario Nardella guarda più al noi che all’io "perché è il momento del confronto profondo". Nella capitale ha detto che non si candida, non è la terza via tra il candidato della sinistra dem (Schlein o Amendola) e Stefano Bonaccini, presidente emiliano-romagnolo, sceso ufficialmente in campo per rilanciare il partito che dovrà essere sempre più di lotta e tra la gente.

In queste ultime ore Nardella lo ribadisce. Da una parte ha capito che la Toscana ha già espresso il suo netto favore a Bonaccini con un tris pesante di nomi a favore del governatore confinante (il presidente regionale Eugenio Giani, la segretaria toscana dem Simona Bonafè e il leader di Base riformista Luca Lotti), dall’altra vuole rivendicare un suo ruolo autonomo e "significativo" in questa fase pre costituente del Pd, senza essere tirato per la giacchetta da nessuno. Ieri ha espresso apprezzamento per il collega bolognese Matteo Lepore che ha ribattezzato il Pd come partito democratico e del lavoro. Vuol far pesare il fronte dei sindaci, "il buon governo dem" di cui lui è la guida nazionale, che può diventare la spina dorsale del rinnovamento dirigenziale al Nazareno.

Ieri Nardella e Bonaccini non si sono visti, agende zeppe di appuntamenti per entrambi. Forse si vedranno nei prossimi giorni o forse no "perché si sentono anche sei volte al giorno al cellulare e via whatsapp" dicono dai due staff. C’è sintonia e sinergia davvero tra i due, come ha tenuto a sottolineare domenica sera Stefano Bonaccini commentando l’iniziativa romana di Nardella dal titolo "Idea Pd".

C’è molto terreno comune su cui stanno lavorando sia per le amministrazioni (il Comune di Firenze e la Regione Emilia Romagna ad esempio stanno condividendo il progetto Tour de France, con Nardella presidente del comitato promotore e Bonaccini vice) che per le strategie politiche del partito da risollevare dopo la crisi post elezioni Politiche. Insomma Nardella e Bonaccini si stimano reciprocamente e sanno che hanno bisogno l’uno dell’altro. E che il Pd ha bisogno di entrambi. Per ora Nardella resta abbottonato. La strada è tracciata e lo porta vicino "all’amico Stefano". Ma vuol essere lui a dire come gli starà vicino e a decidere quando annunciarlo.

"Sinergia e sintonia con Bonaccini sono vere, una sorta di alleanza tra i due è la strada privilegiata" filtra dallo staff del sindaco di Firenze. E dal Nazareno qualcuno individua anche il ruolo (doppio) di Nardella vicino a Bonaccini: coordinatore della campagna elettorale eo portavoce della mozione del presidente emiliano romagnolo al congresso nel breve periodo; elemento di spicco del nuovo gruppo dirigente Pd nel medio periodo (presidente dem?).Ieri Nardella era in missione a Roma per il salvataggio dell’ex Gkn, con il presidente toscano Giani e il ministro Urso. Pensa a fare il sindaco prima di tutto (nel 2024 si vota a Firenze e il fortino va difeso) ma con un occhio guarda al tandem, non solo per la Grande Boucle, con Bonaccini.