Lunedì 16 Giugno 2025
CRISTINA DEGLIESPOSTI
Politica

Il movimento di Forchielli: "In 14mila con ’Drin Drin’. Al centro per innovare"

Due economisti (l’altro è Michele Boldrin) e un obiettivo: le Politiche del 2027

L’imprenditore e opinionista Alberto Forchielli è nato a Bologna 69 anni fa

L’imprenditore e opinionista Alberto Forchielli è nato a Bologna 69 anni fa

Imola (Bologna), 31 maggio 2025 – "Abbiamo azzeccato la formula: siamo quasi a 14mila iscritti. Una risposta inaspettata". Gongola Alberto Forchielli, Partner fondatore di Mindful Capital Partners che nell’estate 2024 ha lanciato quasi per caso Drin Drin, il movimento pensato e voluto con l’amico economista Michele Boldrin. Obiettivo dichiarato, porsi come "l’alternativa a centrodestra e centrosinistra", con un forte "posizionamento al centro" dove Drin Drin rappresenta oggi "la realtà con il maggior numero di iscritti".

Forchielli, pronti al salto?

"Sì, entro fine settembre faremo il nostro primo congresso (Bologna, Firenze o Milano le città in lizza per ospitarlo, ndr) per poi presentarci come partito alle elezioni politiche del 2027".

Nessun test elettorale prima?

"No, eviteremo il ’massacro’ del locale. Boldrin e io saremo in prima linea, ci siamo accorti che trovare facce nuove non è così facile: il ruolo del politico non affascina più. Poi ci sono persone che ci sono vicine, come Marina Salamon e Vittorio Parsi, che speriamo vogliano coinvolgersi di più".

Compagni di viaggio?

"Stiamo lavorando molto bene con Azione e + Europa: abbiamo organizzato diversi convegni insieme, ma abbiamo proposte molto pragmatiche e non ci poniamo vincoli a stringere accordi su temi specifici. Speriamo che il blocco di centro tenga".

E più a destra, o a sinistra, nessun alleato?

"Ci piacerebbe avere la benedizione di Marina Berlusconi, ma capiamo sia bloccata dal rapporto con Forza Italia. Mentre con Schlein credo che il dialogo sia impossibile: lei vuole abolire il Jobs Act, noi riformare lo Statuto dei lavoratori che riteniamo un forte freno per le imprese".

Allora è difficile pensare siate in rapporti con i sindacati.

"Direi che sono nulli, anche se mi sono sempre confrontato con Landini e credo che sulla produttività non possano che essere d’accordo con noi".

Se guarda all’Italia, qual è l’emergenza su tutte?

"L’innovazione, che non c’è. Da 30 anni non c’è crescita di produttività, di progresso e i salari sono ridotti al lumicino. Neanche la Somalia ha fatto così male: le grandi imprese di 50 anni fa sono le stesse grandi di oggi e non è normale altrove. Occorrono capitali freschi da fuori confine, far entrare i grandi fondi di venture capital Usa detassandoli perché il popolo dei Bot mal si adatta alla politica di innovazione stretta".

C’è un punto del vostro programma destinato a far discutere: "Vogliamo ridurre le pensioni ingiustificate e insostenibili". Certo di poterlo realizzare?

"Concretizzarlo non sarà facile, ma vogliamo allentare i vincoli dell’indicizzazione e essere più rigorosi nei criteri".

Come immagina l’Europa?

"Forte, autorevole, armata, con una forte politica estera. Con più geopolitica e meno economia per far prevalere gli interessi nazionali, ma agiamo secondo processi lenti e frammentati in un mondo in cui le decisioni vanno prese in un giorno".

Non ritiene ci sarà una centralità europea in questo momento di crisi di credibilità altrui?

"Il comportamento schizofrenico degli Usa ha stancato, gli accordi che Trump sottoscriverà sui dazi lo faranno apparire vincitore di fronte a un elettorato analfabeta, ma tutto ciò si ritorcerà contro agli Usa stessi, che hanno dimostrato di non essere un partner credibile. È irrealistico pensare che la Cina possa sostituirli, così come l’Europa. Più probabile che ci troveremo di fronte a una vacatio in cui Cina, Russia e Usa contribuiranno a fasi alterne a dare stabilità o instabilità al sistema".