Il leader della Uil: "Pensioni in sofferenza. Adeguatele all’inflazione"

La ricetta di Bombardieri contro il caro vita: ci sono 10 miliardi di risorse. "Servono assegni di garanzia per i giovani. E la flessibilità in uscita dai 62 anni"

Pierpaolo Bombardieri

Pierpaolo Bombardieri

Roma, 25 luglio 2022 - Aumentare i soldi in busta paga per i lavoratori dipendenti attraverso il taglio del cuneo e adeguare da subito le pensioni all’inflazione. È su questi due interventi che punta PierPaolo Bombardieri in vista dell’incontro di mercoledì con il governo per il cosiddetto ’decreto agosto’. Perché – avvisa il leader della Uil – "siamo consapevoli del fatto che lo scenario è mutato rispetto all’incontro dello scorso 12 luglio, ma immutate restano le emergenze con le quali bisogna fare i conti. E, dunque, credo che, seppur parzialmente, si possa andare in continuità con il ragionamento avviato in precedenza, quando erano stati prospettati alcuni percorsi".

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Vuol dire che il governo si è dovuto fermare, ma non si fermano le angosce degli italiani per il potere d’acquisto che crolla e per il caro-energia. Che cosa si può e si deve fare? "L’inflazione sta erodendo in modo molto sensibile il potere d’acquisto. Il problema riguarda in particolare i redditi fissi. Dunque, bisogna adottare provvedimenti che aumentino il netto in busta paga di lavoratori dipendenti e dei pensionati".

Come in concreto? "Si può aumentare la percentuale del taglio del cuneo fiscale, ad esempio, e per i pensionati si potrebbe anticipare, già al prossimo mese, la rivalutazione dell’assegno pensionistico".

Ci sono le risorse? "Nel precedente incontro era stata prefigurata una disponibilità di 10 miliardi. Su quella base si può fare tanto".

Certo è che superata la fase elettorale, che cosa dovrà fare il nuovo governo per evitare che l’autunno e il prossimo anno diventino esplosivi? "Deve dare risposte concrete ai bisogni delle persone. La povertà cresce, i giovani non trovano lavoro stabile e dignitoso, gli anziani non hanno sicurezze, sono aumentate le diseguaglianze. Bisogna intervenire al più presto. Basta con la logica dei bonus: i problemi sono strutturali e richiedono soluzioni strutturali. E poi c’è il Pnrr per investimenti in infrastrutture: occorre approntare e rispettare rigorosi cronoprogrammi e definire con chiarezza le positive ricadute occupazionali che scaturiranno da questo percorso".

Al prossimo governo riproporrete comunque la vostra piattaforma su fisco e previdenza? "Certamente. Sul fisco, ad esempio, ribadiremo che bisogna aggredire, innanzitutto, l’evasione fiscale e adottare una riforma che riduca le tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. Per i salari il taglio del cuneo deve diventare strutturale e, poi, è altrettanto importante detassare gli aumenti contrattuali sia di primo sia di secondo livello".

E sulle pensioni? "Oltre a rivalutare quelle in essere, puntare su pensioni di garanzia per giovani e donne, stabilire una flessibilità in uscita a partire dai 62 anni".

C’è sempre il nodo del salario minimo: siete d’accordo? "Sì, purché coincida con i minimi contrattuali dei contratti più rappresentativi. Non si deve creare, dunque, una contrapposizione con la contrattazione che tutela i lavoratori anche su tutti gli altri istituti: dalle ferie alla maternità, dalla malattia al mantenimento del posto di lavoro".

Sul fronte del lavoro, l’altra grande emergenza è la precarietà, che sta portando spesso addirittura al rifiuto delle offerte. C’è un nesso? "Assolutamente sì. Presso le nostre sedi e sui nostri social, tantissimi giovani ci parlano di offerte scandalose: salari bassissimi, orari improponibili e condizioni inaccettabili. Fanno bene a dire di no. Il lavoro deve essere dignitoso. Peraltro, l’occupazione che sta aumentando è quella a tempo determinato. In Spagna, però, governo, imprese e sindacati hanno fatto un accordo per limitare il ricorso ai contratti a tempo determinato ai casi di picchi produttivi e di esigenze specifiche del lavoratore: adottiamo lo stesso provvedimento".

Di lavoro, però, si continua anche a morire. "Quella degli infortuni sul lavoro è una piaga da sanare. Noi abbiamo attuato la campagna ’Zero morti sul lavoro’. È una questione culturale: occorre cominciare dalle scuole. E poi, più prevenzione e formazione, ma anche inasprimento delle pene".