"Sono impegnata nelle nostre aziende e amo il mio lavoro, quindi no". La presidente di Fininvest e Mondadori, Marina Berlusconi, risponde così ai giornalisti che le chiedono se intenda candidarsi alla presidenza di Confindustria. Prospettiva già declinata anche dal fratello Pier Silvio. Dichiarando di avere "apprezzato e ritenuto positive molte misure e mosse del governo Meloni", la presidente del Biscione non annovera però tra queste la tassa sugli extraprofitti delle banche: "Spero che il Parlamento modifichi la norma, il termine è fuorviante e demagogico", dichiara ai giornalisti che le si accalcano intorno all’uscita dell’assemblea degli industriali all’Auditorium di Roma. Né lesina un giudizio sul rialzo dei tassi Bce: "Speriamo che la cura non uccida il malato".
Quanto invece a Forza Italia, rammenta come lei e il fratello abbiano "più volte dichiarato che rimarremo vicino al partito". Per i due figli maggiori del fondatore si tratta infatti di "una questione d’amore e di rispetto nei confronti del nostro papà". Il che non implica però l’assunzione di incarichi o candidature alle elezioni. Non che le voci al riguardo siano mai del tutto state messe a tacere, visto un certo carattere personalistico che spicca nei simboli del centrodestra, dove non è un caso che FdI affidi le liste europee ad Arianna, sorella di Giorgia Meloni.
Ma se da un lato Pier Silvio non ha mai fatto mistero di disinteresse per l’impegno politico, dall’altro Marina, da sempre più incline a prender posizione, non è altrettanto vocata all’oratoria in pubblico. Di qui l’impegno a sostenere la "grande esperienza" di Tajani, che "ha accompagnato mio padre in tutta la sua vita politica e sta accompagnando la transizione di FI con grande senso di responsabilità".
La primogenita del Cavaliere non ha comunque rinunciato a intervenire ieri all’assemblea di Confindustria con una disamina sulla situazione economica e imprenditoriale del Paese. Occasione anche per rammentare il solco tracciato dal padre: "Abbiamo la fortuna di poter contare su un gruppo composto da aziende che stanno tutte ottenendo ottimi risultati. E, quindi, come ci ha insegnato lui, guardiamo avanti e pensiamo allo sviluppo e alla solidità delle nostre aziende". In quanto alla successione – ieri la pubblicazione dei nuovi patti parasociali sottoscritti dai cinque figli di Berlusconi –, Marina ci tiene a "sottolineare quanto sia bella questa dimostrazione di armonia e di unità all’interno della famiglia".
Nello specifico i patti sono due. Uno tra Marina e Pier Silvio, sulle rispettive partecipazioni in Fininvest, di cui detengono il 29,1% del capitale a testa, per disciplinare "l’esercizio congiunto di un’influenza dominante" sulla holding "tramite l’esercizio del diritto di voto nelle assemblee ordinarie e straordinarie". L’altro, esteso a Barbara, Eleonora e Luigi, porterà alla modifica dello statuto, con l’obbligo di distribuire almeno il 50% dell’utile in cedola e stabilire un lock-up di 5 anni su quote e diritti di covendita.