
Il sovrano in Parlamento inizia e finisce con parole nella nostra lingua. Cita anche Falcone e Garibaldi. Poi con Camilla va da papa Francesco in Vaticano per un incontro privato che non era stato previsto.
Il sortilegio della Casa di Windsor colpisce ancora. C’è qualcosa di misterioso nell’incanto che i regnanti inglesi esercitano sul colto e sull’inclita. Neanche Papa Francesco è immune alla malia, tanto da aprire a sorpresa le porte del Vaticano. Primo tra i britannici, Re Carlo è il terzo sovrano – dopo Juan Carlos e Felipe VI – a prendere la parola di fronte al Parlamento italiano in seduta comune. L’Aula è stracolma, gli applausi fioccano. E non solo quando cita "il leggendario Giovanni Falcone", Giuseppe Garibaldi o la partigiana Paola Del Din. Attenzione magnetizzata anche per i presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa che siedono al suo fianco. Più di una standing ovation gli dedica la platea, dove spiccano solo due leader di partito: Elly Schlein in prima fila. E il verde Angelo Bonelli, repubblicano sì ma ancora prima ambientalista e quindi incantato dalle parole che King Charles III dedica all’"urgenza della crisi climatica, citando Virgilio che "fu il capo dell’agricoltura sostenibile".
Dipende in parte anche dal buon italiano con cui il sovrano esordisce e si esprime nei punti nevralgici dell’intervento, non senza autoironia: "Spero non di stare rovinando la lingua di Dante così tanto da non essere più invitato in Italia". Ma dipende anche dal fatto che il discorso è meno retorico di quanto ci si aspettasse. Carlo III, re di un paese che dal 2020 non fa più parte della Ue, parla con un afflato europeista tale da soddisfare persino Prodi e Draghi: "I nostro paesi sono stati entrambi a fianco dell’Ucraina nel momento del bisogno, hanno accolto migliaia di profughi, le nostre forze armate operano insieme nella Nato". Dopo aver ricordato il contributo inglese per la liberazione dell’Italia nella seconda guerra mondiale, non manca un riferimento non casuale al riarmo: "Regno Unito e Italia costruiscono con il Giappone aerei da combattimento di prossima generazione attraverso il Global Combat Air Programme".
Forse a spiegare l’incantesimo che i reali inglesi esercitano è l’equilibrio tra ruolo istituzionale e vita privata che li rende più vicini alla gente comune di altre teste coronate: la regina Elisabetta gradiva pochissimo ma Carlo batte su quel tasto: " Il momento è ancora più speciale per entrambi, dato che oggi ricorre anche il nostro ventesimo anniversario di matrimonio". Seduta di fronte a lui, al tavolo dei nove, la Regina Camilla accenna un sorriso.
Il regalo più apprezzato? L’incontro privato con Papa Francesco a Santa Marta: rinviata la visita di Stato, nel pomeriggio il Pontefice riceve per 20 minuti in Vaticano i reali britannici: occasione, tra l’altro, per uno scambio incrociato di auguri "per un pronto recupero di salute". Non stupisce se la cena offerta dal Quirinale (150 invitati, più le alte cariche dello Stato) assume i caratteri del festeggiamento nuziale. Menu a base verdure di Castelporziano, bottoni di caponata di melanzane, spigola in crosta di sale, carciofi fritti, fiori di zucca, patate al forno e torta gelato di fiordilatte e lamponi per dessert. Immancabile il brindisi, con Sergio Mattarella, che celebra "l’impegno britannico con la Ue per la pace" e Re Carlo che ribadisce. "nei momenti di difficoltà gli amici restano uniti". Concetti simili a quelli espressi in mattinata alla premier Giorgia Meloni, nell’incontro a Villa Pamphili.
Al termine della giornata il cerimoniale è soddisfatto e lo sono anche i politici. La visita segna un ulteriore passo avanti sulla strada del riavvicinamento tra Regno Unito e Europa che, senza dirlo apertamente, mira a rendere nel più breve tempo possibile la Brexit tale solo di nome.