Martedì 25 Marzo 2025
CLAUDIA MARIN
Politica

Il decreto Milleproroghe 2024: medici in pensione a 72 anni, rinnovato lo scudo penale. Il ministro: c’è poco personale

Arriva il via libera, c’è anche la tutela da danni erariali per gli amministratori pubblici. Ok al taglio dell’Irpef agricola. E slitta di sei mesi l’obbligo di assicurare i trattori.

Il ministro della Salute, Orazio Schillaci

Roma, 15 febbraio 2024 – Il via libera al cosiddetto Decreto Milleproroghe porta con sé una serie di novità in materia sanitaria di tutto rilievo: a cominciare dalla possibilità dei medici degli ospedali del Servizio sanitario nazionale di ritardare il pensionamento fino a 72 anni su base volontaria. Una deroga alle regole previdenziali del settore che si accompagna anche alla proroga dello scudo penale fino a fine 2024 per gli errori, salvo i casi di colpa grave, e al rinvio delle multe per i non vaccinati fino a fine anno. Soddisfatto soprattutto il Ministro della Salute, Orazio Schillaci: "Con gli emendamenti approvati diamo risposte importanti ai cittadini e al personale sanitario".

La pensione dei medici

In primo piano, del resto, è innanzitutto l’eccezione per le regole pensionistiche. In concreto, le aziende del Ssn, secondo il testo della proposta presenta da FdI e approvata, potranno tenere in servizio – fino al 31 dicembre 2025 – fino al compimento del settantaduesimo anno di età, oltre l’età pensionabile, su loro istanza, dirigenti medici e sanitari, "anche al fine di far fronte alle esigenze di formazione e tutoraggio del personale assunto", nonché "di fronteggiare la grave carenza di personale". Può essere riammesso in servizio, con quei limiti, chi è andato in pensione dal settembre 2023. Dirigenti medici, sanitari e docenti universitari interessati, però, non possono mantenere o assumere incarichi dirigenziali apicali.

Scudo penale

Via libera anche alla proroga per l’intero 2024 dello scudo penale per i medici, introdotto con lo stato di emergenza Covid. Come previsto da emendamenti presentati da FI, FdI, Pd e Iv e approvati dopo la riformulazione del governo dalle commissioni Bilancio e Affari costituzionali della Camera, viene limitata "ai soli casi di colpa grave" la punibilità per chi in modo colposo causa morte o lesioni personali "nell’esercizio di una professione sanitaria in situazioni di grave carenza di personale sanitario". Ai fini della valutazione "si tiene conto delle condizioni di lavoro dell’esercente la professione sanitaria, dell’entità delle risorse umane, materiali e finanziarie concretamente disponibili in relazione al numero dei casi da trattare, del contesto organizzativo in cui i fatti sono commessi nonché del minor grado di esperienza e conoscenze tecniche possedute dal personale non specializzato".

La fuga dei camici bianchi

A spingere il governo (e in parte anche l’opposizione) con due interventi pro-medici è soprattutto la grave situazione di disagio che sta vivendo la categoria dei medici ospedalieri negli ultimi anni. I numeri della fuga verso il privato e verso la pensione, del resto, sono impressionanti e crescenti. "La proroga dello scudo penale per i medici – osserva non a caso il ministro Schillaci – è un segnale di attenzione significativo rispetto al tema della colpa medica di cui il governo si è fatto carico da subito e su cui si sta lavorando. Mentre la possibilità per i medici di restare in servizio fino a 72 anni vuole rappresentare una prima temporanea risposta al problema dell’attuale carenza di personale".

Irpef agicola

Anche per tutto il 2024 gli amministratori pubblici saranno sollevati da responsabilità contabili in caso di colpa grave. Li proteggerà lo scudo erariale, prorogato per altri sei mesi, come hanno voluto maggioranza e governo – in chiave Pnrr – inserendo nel decreto Milleproroghe una modifica criticata fino all’ultimo dalla Corte dei conti. La proroga di questa misura straordinaria, introdotta ai tempi di pandemia, è "contraddittoria e ingiustificata" per l’Associazione magistrati della Corte dei conti. Passa, nello stesso provvedimento, anche l’emendamento sul taglio dell’Irpef agricola, accompagnato da un altro che fa slittare di sei mesi, fino al 30 giugno, l’obbligo di assicurare i trattori se non vanno in strada. Bloccato, invece, l’emendamento della Lega di posticipare al 2027 la spending review per la società Ponte sullo Stretto, di fatto obbligando al ritiro dell’emendamento che non sarebbe dispiaciuto a Matteo Salvini.