Nuovi dettagli e un nuovo attacco di Maria Rosaria Boccia via social arricchisce ancora una storia che già vede la manager di Pompei indagata per lesioni, violazione della privacy e minacce a un corpo politico, reato per il quale rischia fino a 7 anni di carcere. Nelle "minacce" c’è però tutto un mondo. Perché la Boccia avrebbe usato anche l’arma delle pressioni sulla moglie dell’allora ministro, Federica Corsini, coinvolgendo anche una sua amica, Melania Rizzoli pur di ottenere la nomina al Mic. Corsini, in particolare, sarebbe stata contatta più volte dalla aspirante consigliera ai grandi eventi del ministero per farle sapere della sua relazione con il marito e rivelarle tutti i dettagli, spostamenti inclusi nelle trasferte ufficiali per impegni istituzionali.
Anche i riscontri su questo delicato passaggio verranno cercate nelle chat e nelle memorie dei tre telefoni, del pc, del tablet, delle memory card e la pendrive sequestrate nella abitazione di Boccia a Pompei. Lo stesso Sangiuliano, poi, sarebbe stato messo alle strette con le allusioni di Boccia alla sua possibile gravidanza. Ed è per questo che nei supporti tecnologici sequestrati dai carabinieri del Nucleo investigativo su mandato della procura di Roma verranno cercate anche le prove, non solo delle pressioni avvenute, ma anche della veridicità della notizia, che in una delle chat Sangiuliano sembra infine accettare rassegnato: "Sono arrivato al punto di non farmi problemi se tu fossi incinta di me, anzi sarei felicissimo", scrive lui. "Sarai libero di viverti questa esperienza come vorrai nel rispetto di tuo figlio", risponde lei.
Di certo il ministro non aveva più il controllo della situazione: "Sono arrivato a fare cose per te che non ho mai fatto" con riferimento alla discussa nomina. Lei, intanto, dopo una giornata di silenzio social perché privata delle sue "armi" tecnologiche, nella tarda serata di sabato è ricomparsa minacciosa postando su Instagram una foto di due IPhone, l’hashtag allusivo #operativa e un breve testo che sa quasi di sfida: "Io non ho paura", citando una canzone di Fiorella Mannoia. Mai nei cellulari sequestrati in precedenza, ci sono una massa di dati da analizzare prima della convocazione per l’interrogatorio dell’indagata. Un lavoro che richiederà alcuni giorni al termine del quale potrebbe scattare l’avviso a comparire per Boccia. Tra le iniziative elencate, anche la pubblicazione "senza consenso, di foto private e immagini oggetto di manipolazione che la ritraevano all’interno del ministero" e la divulgazione ai media e sui social di notizie "attinenti alla sua relazione con il Sangiuliano" e non solo. Infine il reato di di lesioni aggravate, legato alla notte a sanremo tra il 16 e il 17 luglio quando Boccia, secondo la denuncia, avrebbe colpito Sangiuliano ferendolo alla testa.