Martedì 17 Giugno 2025
ELENA POLIDORI
Politica

Il campo largo che vince

Genova subito al centrosinistra . Ravenna si conferma roccaforte. .

Genova subito al centrosinistra . Ravenna si conferma roccaforte. .

Genova subito al centrosinistra . Ravenna si conferma roccaforte. .

Genova e Ravenna fanno tirare il fiato al centrosinistra che passa senza difficoltà il test elettorale amministrativo al primo turno, mentre Taranto e Matera devono aspettare il ballottaggio che coinciderà con i referendum. Nel capoluogo ligure il nuovo sindaco si chiama Silvia Salis mentre a Ravenna Alessandro Barattoni porta a casa un risultato quasi plebiscitario (58%) diventando così l’erede naturale di Michele de Pascale, passato alla guida della Regione Emilia-Romagna.

Ma il dato politico che emerge dalle prime queste due vittorie, portate a casa senza scosse a sinistra, è che ‘uniti si vince’ mentre divisi si rischia di perdere anche solo di pochi voti, come dimostrano le altre due città del Sud dove Elly Schlein e Giuseppe Conte non sono riusciti a schierare una coalizione compatta; a Matera, a causa di ‘pasticci’ interni ai dem, il Pd non ha presentato nemmeno il proprio simbolo. Nonostante questo e nonostante l’assenza dei 5 Stelle, il candidato di area Roberto Cifarelli si attesta attorno al 42%. Un buon punto di partenza in vista dei ballottaggi che si terranno fra due settimane e che lo vedranno affrontare Antonio Nicoletti del centrodestra. Ma non sufficiente a stare tranquilli. Un esponente dem, infatti, rileva come i candidati di centrodestra a Matera e Taranto siano distanziati di meno di dieci punti percentuali. Un gap tutt’altro che incolmabile, specie se si fa la conta dei candidati civici allineati dietro il primo e il secondo. Candidati di cui non è facile semplice capire l’orientamento, al momento.

Intanto, il centrosinistra si gode una vittoria al primo round importante anche sotto il profilo degli equilibri nazionali. Schlein è infatti subito partita all’attacco di Giorgia Meloni: "Ormai è chiaro, il centrodestra esulta per i sondaggi, noi vinciamo le elezioni". Ma la leader dem non manca di inviare anche un messaggio agli alleati: "Essere testardamente unitari, è necessario ripeterlo oggi più che mai, non è una tesi o un dibattito politologico, ma un dato oggettivo: uniti si vince".

Per i leader di Avs, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, si tratta "di un segnale inequivocabile per questo governo e la sua falsa propaganda: la destra si può battere". Matteo Renzi e Carlo Calenda rivendicano il ‘peso’ che i centristi hanno sulla vittoria del centrosinistra: "Quando si presentano candidati riformisti, concreti e competenti, il consenso arriva. Le persone non cercano slogan, ma serietà e capacità di far accadere le cose". Un concetto ribadito da Renzi che torna sulle ultime regionali liguri, perse dal centrosinistra dopo il ‘veto’ imposto dal M5s ai candidati renziani: "Quando il centrosinistra non mette i veti come era accaduto alle regionali vince. Se guardate tutti i dati Meloni ha preso una scoppola mica da ridere". Masticano amaro, ma non troppo, nel centrodestra dove Maurizio Lupi, leader di Noi moderati, parla di "risultati in chiaroscuro" per la coalizione, perché è vero che il centrodestra esce sconfitto a Genova e Ravenna "ma va al ballottaggio a Taranto e Matera". I fari erano puntati soprattutto sul capoluogo ligure, ma il trend è più o meno quello dei dati delle Regionali e delle Europee, sottolineano nell’alleanza. Insomma, si ammette la sconfitta, ma il refrain è quello di ridimensionare la portata del ko e soprattutto di frenare chi nell’opposizione parla di svolta o di fine dell’incantesimo. "Non è certamente un voto politico o sul governo", è la tesi. "Si tratta di una tornata amministrativa a cui è improbabile tentare di dare una lettura nazionale", sostiene il responsabile organizzativo di FdI, Giovanni Donzelli, che si dice dispiaciuto per Genova, "ma siamo molto felici per Bolzano, vinta pochi giorni fa per la prima volta nella storia".