I rimborsi? Solo 12 consiglieri li restituiscono

Caso Toscana: i forfeit regionali per spostamenti mai effettuati causa lockdown. Ultimatum della presidenza: o li ridate, o facciamo i nomi.

La sede del Consiglio regionale della Toscana (foto repertorio)

La sede del Consiglio regionale della Toscana (foto repertorio)

Entro quindici giorni da oggi, i 41 consiglieri toscani dovranno rendere noto a chi devolveranno i "bonus trasferte" ricevuti tra le voci dello stipendio durante il lungo periodo di sospensione delle riunioni del Consiglio regionale. I soldi erogati dalla Regione Toscana per essere presenti agli appuntamenti dell’assemblea, circa 80mila euro per due mesi e mezzo di lockdown in cui non si sono svolte riunioni a Firenze, dovranno essere restituiti. O si sapranno i nomi chi si rifiuta.

La svolta è arrivata dopo che il caso è esploso nel bel mezzo della campagne elettorale per le Regionali di settembre: oggi il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, candidato governatore per il centrosinistra, ribadirà la linea della fermezza annunciata ieri su Qn: "Entro due settimane farò sapere pubblicamente chi ha fatto e chi non ha fatto le donazioni e a chi sono andati i soldi" evidenzia. "Chi non lo ha fatto finora ha tempo per intervenire" continua "anche se la legge regionale dice che il pagamento del bonus trasferte anche in questi mesi era comunque legittimo".

È una questione morale e di portafoglio di fronte alla crisi post Covid-19 e alle migliaia di euro pagate per trasferimenti mai avvenuti perché tra il 26 febbraio e il 14 maggio nessuno dei consiglieri regionali si è spostato da casa. Nel frattempo infuria la polemica elettorale e aumentano i diti alzati della serie ”io la donazione l’ho fatta anche se non l’ho detto’. Per ora una dozzina di consiglieri ha fatto sapere pubblicamente di aver "saldato" il conto.

Ieri oltre ai tre consiglieri del Movimento 5 Stelle che hanno sollevato il caso (Irene Galletti, Giacomo Giannarelli e Andrea Quartini) e "restituito complessivamente 85mila euro alla Regione", hanno ribadito di aver fatto donazioni "sin dal marzo scorso" i 5 consiglieri leghisti. "Io ho dato contributi agli ospedali di Lucca e Versilia - spiega Elisa Montemagni capogruppo del Carroccio - gli altri quattro hanno fatto altre donazioni ad hoc anche alla Protezione civile. Ben venga la presentazione di bonifici". Anche Paolo Marcheschi, capogruppo di FdI, va all’attacco (lui ha donato una retribuzione al fondo nazionale del suo partito per la sanità): "Tutto poteva essere evitato se Giani avesse disposto da marzo che quei soldi dovevano essere versati e non adesso in campagna elettorale". E Giani replica: "Una legge regionale non si può modificare con una delibera dell’Ufficio di presidenza".

Anche Serena Spinelli, consigliera di Mdp, candidata per 2020 a sinistra, ha reso pubblico di aver girato tremila euro a Estar, la centrale acquisti sanitari della Toscana. "L’ho fatto ad inizio aprile, in modo trasparente, senza darne troppa pubblicità". Anche Monica Pecori del gruppo misto ha fatto sapere di aver "provveduto" così come Marco Stella, vicepresidente del consiglio regionale, di Forza Italia. "Ho fatto le cose secondo coscienza durante il lockdown – spiega –, con donazioni ad hoc. Ma poche ore fa ho firmato un bonifico di mille euro per i rimborsi trasferte dei tre mesi ingiustamente percepiti". E il Pd? "Metto la mano sul fuoco: i consiglieri dem durante il lockdown hanno fatto donazioni – spiega il capogruppo Leonardo Marras – ma tutti noi restituiremo quei soldi per le trasferte non fatte".