ROMA - Non c’è pace per Matteo Salvini e per un viaggio, quello che doveva compiere in Russia con tanto di "piano di pace" in quattro punti formulati dal suo (nuovo) consigliere diplomatico, Antonio Capuano, che non si terrà, ma continua a portargli guai. Politici inanzitutto, come dimostra il gelo che connota la reazione del premier Mario Draghi. Poi ci sono le questioni legate alla sicurezza nazionale. Il Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, il Copasir, ha deciso di indagare su Capuano e i suoi affari con le ambasciate di mezzo mondo (dal Kuwait in su). Nel Palazzo, dopo la sollevazione di mezza Lega, a partire dal potente ministro Giorgetti, interviene il presidente del Consiglio in persona. Lo fa con parole chiare e gelide, per quanto ispirate alla prudenza necessaria verso il leader di un partito di governo. Sollecitato da una domanda alla fine del vertice del Consiglio europeo straordinario a Bruxelles, Draghi sembra prenderla alla lontana. Poi confeziona un bignami dedicato alla collocazione euro-atlantica dell’Italia che serve a fugare ogni dubbio rispetto a eventuali ambiguità di posizione tra Russia e Ucraina: "Il governo, quando si è formato, si è fermamente collocato nell’Unione europea e nel rapporto storico transatlantico. In questo binario si è sempre mosso e continua a muoversi. Io sono stato chiarissimo su questo. Il governo è allineato coi partner del G7 e dell’Ue e intende proseguire su questa strada. Non si fa spostare da qui". In più, Draghi ricorda la sua audizione al Copasir dell’aprile scorso: "Ho solo raccomandato che l’importante è che i rapporti siano trasparenti, non voglio entrare nelle relazioni che le forze di governo possono avere". Ma il riferimento di Draghi al Copasir, l’organismo (una commissione bicamerale) che vigila sui servizi segreti, e alla "trasparenza", non è affatto casuale. Infatti, il presidente del ...
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