Roma, 24 settembre 2024 – "A questo punto della legislatura i sondaggi contano poco o nulla. La cartina di tornasole sono le regionali di Liguria, Emilia-Romagna e Umbria". I piani alti del Nazareno ritengono che conti più vincere le elezioni locali che essere davanti nei sondaggi nazionali. Anche perché, a seconda degli istituti demoscopici, le forbici tra Fratelli d’Italia e Pd e quella tra destra e sinistra variano dal molto al niente. Anche se proprio a cominciare dalle regionali per il campo di centrosinistra si pone il complicato problema della indispensabile gamba centrista riformista. Questione risolta a livello locale da un lato attraverso le liste civiche e dall’altro in virtù dell’indubbia capacità attrattiva della segretaria dem Elly Schlein nei confronti di un elettorato di stampo liberal che ormai costituisce una parte importante dei sostenitori del Pd.
"Sono testardamente unitaria, le alleanze si costruiscono lavorando insieme sui temi", dichiara la segretaria dem a sostegno delle geometrie larghe locali. "Più tra le persone che nelle stanze della politica", esorta quindi Schlein, che ieri ha visitato la Romagna inondata prima di affiancare il candidato governatore della Liguria Andrea Orlando. Il centrosinistra parte infatti coi favori del pronostico nelle tre regioni al voto in autunno: oltre alla scontata conferma in Emilia-Romagna, il campo largo vagheggia la possibilità di strappare Liguria e Umbria allo schieramento di governo. Un triplete che metterebbe in mora qualunque rilevamento nazionale, dando fiato alle prospettive di rivincita politica.
Stando ai rilevamenti politici, del resto, il divario tra gli schieramenti si va restringendo. Secondo l’ultimo sondaggio di Youtrend per SkyTg24 torna sotto i 5 punti il divario fra Fratelli d’Italia (28,4%) e Partito Democratico (23,5%). Cala rispetto a inizio settembre anche il M5s (10,5%), avvicinato da Forza Italia (9,7%), sempre più seconda forza del centrodestra davanti alla Lega (8,2%). In lieve calo Avs (6,8%), mentre sarebbero in crescita tutti i partiti centristi, con Azione (3,7%) che resta davanti a Italia viva (3,1%) e +Europa (2,4%). Se i numeri si potessero sommare, con l’apporto integrale centrista il campo largo sarebbe quasi prevalente. Una somma che al momento risulta poco plausibile.
I dati Swg per TgLa7 di ieri sera accreditano invece FdI 30,1 e Pd 22,6%, in leggero calo ambedue. Il M5s stabile all’11,7%. Fi all’8,5, Lega all’8,2, Avs al 7,1, Azione al 3,1 e Italia viva al 2,7 per cento, tutti quanti appena di un decimale in più. E +Europa all’1,5%, con un 0,2 in meno. Anche qui il campo il campo allargato a livello puramente numerico sarebbe maggioritario. Mentre i due schieramenti risulterebbero alla pari secondo i dati di Noto di venerdì scorso. Da un lato Fdi al 30%, FI al 9, Lega all’8,5, Noi moderati all’1,5: che fa il 49%. Dall’altra parte Pd al 22%, M5s al 12,5, Avs al 7; Italia viva al 3, Azione al 2,5, +Europa al 2: che pure fa 49%,
Proprio perché non si possono sommare come risultano dai sondaggi, in casa dem sono ben consapevoli che "i voti moderati sono determinanti specialmente nelle regioni del Nord". Nonostante la scelta normalizzata di campo, i 5 Stelle risultano ancora determinanti per prevalere al Sud. Al Nord, invece, la situazione è ancora tutta in salita. E i centristi di Italia viva e Azione portano per ora più eletti che elettori.