
Matteo Renzi e Carlo Calenda con Aviva Siegel, ex ostaggio di Hamas, ieri a Milano
"Io non vi dico cosa manca alla manifestazione di domani (oggi ndr), chiedetelo a quelli di domani se manca qualcosa. Vi dico quello che c’è nella manifestazione di oggi (ieri ndr): due popoli, due Stati, due bandiere. Ci sono le voci degli ostaggi israeliani, dei palestinesi che vogliono liberarsi da Hamas, dei frati francescani custodi della Terra Santa, le voci della politica e di chi dice che bisogna rispettare il diritto umanitario a Gaza come in qualsiasi altro luogo del mondo". Appena entrato al teatro Parenti di Milano, Matteo Renzi, leader di Italia viva, risponde così a chi gli chiede quali motivi abbiano impedito alle opposizioni di centrosinistra di trovare una linea comune sui bombardamenti israeliani a Gaza e di ritrovarsi fianco a fianco nella stessa manifestazione.
Al contrario ce ne saranno due. Distinte ma anche distanti: oggi a Roma quella promossa da Pd, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra, ieri a Milano quella di Italia viva, Azione, +Europa e Sinistra per Israele, intitolata “Due popoli. Due Stati. Un destino“. "Una sola manifestazione – rimarca Renzi – sarebbe stata sicuramente apprezzata, però è stato scelto dagli amici che saranno in piazza a Roma di avere una piattaforma immodificabile. Ci sono sensibilità diverse, noi abbiamo un luogo nel quale le due bandiere possono stare insieme". Più esplicito Carlo Calenda, leader di Azione: "Qui ci sono bandiere palestinesi e israeliane insieme, una manifestazione fatta non contro un popolo ma per far dialogare due popoli e che cerca di tener lontano tutte le intolleranze e gli estremismi. Gli estremismi di chi pensa che si possa fare una grande Palestina dal Giordano al mare, di chi pensa che si possa raggiungere qualcosa bombardando Gaza e bloccando gli aiuti umanitari, di chi ritiene che ci siano giustificazioni per quello che fa Hamas. Una sintesi? È stata la prima cosa che abbiamo proposto, bastava inserire una cosa molto semplice: che la piazza di Roma non sarebbe stata aperta a chi chiede la sparizione dello Stato di Israele e a chi compie atti contro i cittadini israeliani in quanto tali. Ma M5S e Avs vogliono avere la manifestazione tutta per loro".
La sala del Parenti nel frattempo si è riempita. Nelle prime file i democratici Pina Picierno, Graziano Delrio, Emanuele Fiano, Piero Fassino, Lia Quartapelle e Giorgio Gori. Con loro Benedetto Della Vedova (+Europa). Oltre alla sala, si riempiono i posti a sedere nel foyer del teatro, dove è stato allestito un maxischermo. Allineati, Renzi e Calenda, anche nell’aggirare le domande sulla loro reunion: "Io e Calenda? Stiamo parlando di una questione enorme del nostro tempo, il rapporto tra Palestina e Israele: vorrei che parlassimo di questo" replica il primo. "Renzi? Non discuto di questo, quello che discutiamo qui oggi è molto più importante", fa eco il secondo. Infine l’attacco a Giorgia Meloni: "Il nostro governo non ha un’idea di politica estera", polemizza Renzi –. Meloni è passata dal bacio sulla fronte con Biden al bacio della pantofola di Trump".
Fuori dal Parenti poche decine di contestatori, dell’associazione filoisraeliana Free4Future, inviperiti contro Calenda, reo "di aver proposto le sanzioni contro Israele". Battibecchi a parte, nessun problema di ordine pubblico sebbene ieri mattina, davanti al Parenti, siano apparse scritte anti israeliane e lucchetti alle porte del teatro.