Venerdì 11 Luglio 2025
ANTONELLA COPPARI
Politica

Guerra aperta con le toghe

Ira dopo i rilievi della Cassazione. Il governo: avanti con le riforme. .

Ira dopo i rilievi della Cassazione. Il governo: avanti con le riforme. .

Ira dopo i rilievi della Cassazione. Il governo: avanti con le riforme. .

À la guerre comme à la guerre. Perché, quali che siano le dichiarazioni ufficiali, nella maggioranza e al governo di una cosa sono tutti convinti: questa è guerra aperta. Il doppio schiaffo della Cassazione su decreto sicurezza e protocollo Italia-Albania non solo conferma, come dicono nel giro di Giorgia Meloni, che la "magistratura non è amica del centrodestra". Ma produce anche una reazione uguale e contraria: la maggioranza accelera sulle riforme della giustizia.

La prima presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano, nega risolutamente che ci sia un regolamento di conti in atto: "Si tratta di analisi di tipo tecnico-scientifico. Non c’è invasione di campo. Rispettiamo profondamente la politica, il Parlamento e il governo, ma ci auguriamo che altrettanto rispetto sia nutrito nei confronti della magistratura". Smentita che nemmeno si avvicina a convincere il centrodestra. Maurizio Gasparri, capo dei senatori di Forza Italia, è netto: "La Cassazione rientri nei suoi confini e lasci al Parlamento e al governo l’azione che ci compete per contrastare l’immigrazione clandestina". Una simile valutazione preventiva, continua, "non costituisce un suggerimento ai giudici di merito invitandoli a sollevare questione di legittimità costituzionale nei processi?".

Nel quartier generale della Lega ne sono certi: "Impugneranno di sicuro le norme". A infiammare ancor più gli animi il fatto che il Massimario sul dl sicurezza, osserva il deputato di FdI, Alessandro Urzì, attinga "a piene mani dall’appello per una sicurezza democratica redatto per iniziativa Articolo 21 (associazione di intellettuali, giornalisti e esponenti dello spettacolo, ndr) da 257 gius-pubblicisti di tutte le università italiane". A pagina 9, per dire, la Cassazione sottolinea come l’appello abbia denunciato "una serie di profili di incostituzionalità del decreto sicurezza, il primo dei quali consistente nel vero e proprio vulnus causato alla funzione legislativa delle Camere". Insiste Giovanni Donzelli (FdI): "La Cassazione non può bocciare il Parlamento". A questo punto è certo che la Corte costituzionale dovrà pronunciarsi, anche se sulla sentenza il centrodestra non è del tutto pessimista. Osserva Enrico Costa (Forza Italia): "La Cassazione ha il diritto e il dovere di analizzare le norme approvate. Ma può anche sbagliare come è successo sull’abrogazione dell’abuso d’ufficio, su cui ha sollevato questione d’incostituzionalità". È improbabile che la Consulta bocci l’intera legge, la sentenza – a meno che non affondi tutto – andrà pertanto valutata con cautela.

Ieri in Consiglio dei ministri tutti giurano che non se n’è parlato affatto. Vero? Falso? Poco importa: non c’è bisogno di parole per mettere a punto una strategia che è ovvia e del resto confermata a porte chiuse: a questo punto – il ragionamento di Giorgia Meloni & co. – bisogna andare avanti come treni, sia sulla separazione delle carriere che sulla riforma della Corte dei Conti, che alleggerisce – tra l’altro – i controlli della magistratura contabile su amministratori locali e funzionari pubblici. Entrambi sono all’esame del Senato: il primo in Aula, l’altro in commissione Affari costituzionali.

Inutile dire che l’opposizione fa muro nei confronti dell’assalto alla Cassazione. Due voci per tutte: quella di Andrea Giorgis, senatore del Pd, che definisce "grave l’atteggiamento del governo verso la Corte. L’insofferenza nei confronti di ogni limite e di ogni controllo di legalità è purtroppo una costante di questa maggioranza". Insiste per Italia viva Davide Faraone: "Bocciati dall’Europa sull’Albania, bocciati dalla Corte costituzionale sull’Autonomia differenziata bocciati dalla Corte penale internazionale su Almasri e ora bocciati anche dalla Corte di Cassazione sui decreti sicurezza. Un governo bocciato su tutto". Da qui a un anno, o poco più, l’eterna partita tra la destra e la magistratura si risolverà con una battaglia in campo aperto. Il referendum? No, Armageddon.