Martedì 23 Aprile 2024

Modello Schlein, la fedelissima Gribaudo: "Strada lunga, ma vinceremo. Niente armi con il Pnrr"

La vicepresidente dem: alle Europee possiamo essere il primo partito. E la segretaria rivendica tempo: "Il cambiamento non è un pranzo di gala"

Onorevole Chiara Gribaudo, la segretaria insiste sul fattore tempo: non ce n’è stato abbastanza per recuperare. Ma la sconfitta alle amministrative si spiega davvero così?

"Nella diretta Instagram Schlein è stata ancora più chiara. Ci vuole tempo e molto lavoro. È una scalata, ma abbiamo gambe e testa quindi calma e gesso. Raccogliamo le istanze di cambiamento che agitano la società e di sostegno a chi ha sempre meno voce nel nostro Paese".

La deputata Chiara Gribaudo, nata nel 1981, è vicepresidente dei democratici
La deputata Chiara Gribaudo, nata nel 1981, è vicepresidente dei democratici

Vi siete chiesti perché il vento di destra spira ancora forte? In fin dei conti, è un fenomeno politico non atmosferico.

"No, è un fenomeno umano. Ma storico. Sta avvenendo in tutta Europa e non è neanche nuovo. Da sempre l’uscita dalla crisi (in questo caso sanitaria, poi economica e infine sociale) rafforza la destra e la sua propaganda. Oggi però la destra in Italia governa e quando si tratterà di ricostruire i disastri che stanno già facendo, dobbiamo essere pronti con le nostre proposte".

Tra le cause principali della disfatta avete indicato l’assenza di una coalizione di centrosinistra. Però anche dove siete andati con i 5stelle i risultati non sono stati migliori…

"La destra è molto divisa sulle proposte, ma compatta quando va a votare. È così dal 1994. Detto ciò, se la maggioranza corre quasi ovunque unita, e le opposizioni sono divise in tre tronconi, il risultato è decisamente scontato. Il primo obiettivo però è una nuova alleanza con l’elettorato che non va a più a votare".

Davvero, come dice Franceschini, siete pronti a scommettere che alle Europee la somma dei partiti di opposizione sarà superiore di quella dei partiti di governo?

"È un’elezione proporzionale. Abbiamo un obiettivo molto ambizioso: essere il primo partito. Se questo succede, aggregare attorno al Pd l’alternativa alla Meloni sarà più semplice. Consapevoli che le politiche saranno tra quattro anni".

Come pensate di conciliare i centristi e Cinquestelle? E lo stesso Pd con un Movimento che ha posizioni opposte su un tema non proprio secondario come la guerra?

"Facciamo la stessa domanda alla maggioranza di governo? Non sfuggo però dalla risposta. Il Pd deve tornare a rappresentare almeno un terzo dell’elettorato. Se ci riusciamo costruiremo il campo largo".

Passiamo alle critiche che vi rivolgono: la vostra strategia consiste nell’attendere speranzosi gli errori della destra?

"L’attuale presidente del Consiglio è stata all’opposizione dal 2011. In questi anni ha costruito la propria forza come alternativa a qualsiasi governo, facendo opposizione durissima. Adesso tocca a noi, ricostruire la nostra forza dall’opposizione".

All’interno del Pd vi imputano una mancanza di collegialità.

"C’è una proposta congressuale che ha vinto, quella di Elly Schlein. Oneri e onori di guidare il Pd. E no, non c’è nessuna donna sola al comando. Ma parliamo di collegialità o del ritorno dei caminetti dei capi corrente? Perché nel secondo caso i nostri elettori e i nostri militanti non capirebbero".

Riemergono le correnti?

"Più che un dibattito politico su temi in cui ci dividiamo, mi pare che qualcuno aspettasse un’occasione per tornare a mettere in discussione tutto. Credo che resterà deluso, perché indietro non si torna".

Va messa mano alla segreteria?

"Non direi, mi pare una discussione ombelicale.

Manca un anno alle Europee: qual è l’asticella sotto la quale si deve parlare di sconfitta?

"Siamo al lavoro per diventare il primo partito. Non per il destino della segreteria Schlein, ma per costruire davvero l’alternativa alla destra di Meloni".

Oggi in Italia vi schierate contro l’uso del Pnrr per le armi all’Ucraina, ma nel Parlamento europeo il vostro gruppo, S&D, voterà a favore. Non è contraddittorio?

"La segretaria è stata chiara su questo punto mi auguro si sia conseguenti. Ritengo prioritario che l’uso delle risorse del Next generation Ue venga destinato appunto per ciò che davvero serve alle nostre generazioni e alle generazioni future: sanità, transizione ecologica, riduzione delle diseguaglianze sociali".