Su Pd-M5S l'incognita Renzi

Già al primo giro di orizzonte il mandato esplorativo di Roberto Fico si avvia a incontrare le stesse difficoltà della collega Elisabetta Casellati. Il segretario reggente del Pd Maurizio Martina ha concesso alcune aperture, ma subito dopo le truppe renziane hanno abbassato la testa e sono partite a tutta forza per incornare il possibile accordo. Di Maio ha abiurato solennemente ogni intesa con il Centrodestra come era stato chiesto da Martina però le distanze soprattutto all’interno dei democratici restano. Il redde rationem è fissato per la settimana prossima in direzione, forse lunedì, ma se Renzi terrà duro sulla sua linea gli spazi per un accordo con i Cinquestelle si assottigliano. Il potere di interdizione dell’ex leader è consistente nei gruppi parlamentari, specie al Senato, tanto da metterlo in condizione di fermare o rendere difficoltosa l’intesa. Una partita complessa, quella renziana, che si innesta anche nella battaglia che l'ex premier sta intraprendendo all'interno del partito per il controllo del Nazareno. Dopo il fallimento della Casellati, il tentativo di Fico potrebbe quindi non trovare la strada spianata, e così rendere ancora più complicata l’opera del presidente Mattarella. Vedremo. Ma al di là delle ragioni e dei torti dei singoli partiti, allo stato attuale e dopo 50 giorni di batti e ribatti inconcludenti non è possibile non sottolineare l’irresponsabilità complessiva di una classe politica che prima partorisce una legge elettorale assurda - in cui c’era scritta la parola caos - poi una volta in mezzo alla turbolenza non è in grado di stabilire una interlocuzione minima con gli avversari e di cambiare il registro da campagna elettorale perenne, sempre sotto schiaffo della propria fantomatica base per quale qualsiasi accordo è un inciucio. Partiti che prima scelgono un impianto proporzionale, poi non escono dalla logica maggioritaria della contrapposizione, non facendosi scrupolo poi a condurre spericolate battaglie interne sulla pelle del Paese. L'Italia aspetta, sempre meno paziente.