Giovedì 18 Aprile 2024

Governo, Salvini punta al Conte bis: maxi rimpasto o voto a ottobre

L'editto di Sabaudia."Voglio fare le cose e farle tutte, non mi interessano poltrone"

Matteo Salvini in aula al Senato al termine del voto sulle mozioni Tav (Ansa)

Matteo Salvini in aula al Senato al termine del voto sulle mozioni Tav (Ansa)

Roma, 8 agosto 2019 - Nessuno lo dice chiaramente ma tutti ci pensano, al Conte bis. Tra i leghisti tutti vorrebbero un riequilibrio delle forze. Certo è che il voto del Movimento 5 stelle a favore della mozione contro la Tav «ha aperto una questione politica». Concetto che Matteo Salvini sottolinea con parole nette appena apre bocca, a un comizio a Sabaudia, dopo una lunga giornata di silenzio: "L’ultima cosa che mi interessa è avere qualche poltrona in più", i "sette ministri della Lega sono a disposizione degli italiani". È stato "un anno bellissimo per i risultati" ma "è indubbio che qualcosa si è rotto". Quindi "o si fanno le cose o la parola va agli italiani", incalza, "non sono fatto per le mezze misure". Cita, ad esempio, la riforma della Giustizia ma l’agenda è anche economica: "Non si possono garantire reddito di cittadinanza a tutti e salario minimo, prima bisogna dare lavoro, creare ricchezza, sennò cosa ridistribuisci?", sottolinea. Significa che la priorità in manovra deve essere la flat tax e non altro.

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Le risposte, però, devono arrivare subito, entro cinque giorni: "Se c’è qualche problema da risolvere va risolto in fretta, se va fatta una scelta va fatta netta e chiara, gli italiani non possono aspettare", avvisa.

Come se ne esce? Le vie possibili, dalle parti della Lega, sembrano due. Nel primo caso crisi pilotata e rimpasto: una soluzione, peraltro, nella quale il Capo dello Stato potrebbe anche non richiedere un passaggio parlamentare. Del resto ieri si sono votate solo mozioni mentre pochi giorni fa il governo ha di nuovo incassato un’ampia fiducia nel caso dell’approvazione del decreto sicurezza bis. Un nuovo voto di fiducia potrebbe non essere essenziale. "Ed è difficile che si possano riaprire le Camere ad agosto...", spiega un esponente di primo piano del Carroccio. Poi c’è l’altro scenario, il voto anticipato: fino al 20 ottobre è ancora possibile. Bisogna vedere come reagiranno i 5 stelle ma, certo, davanti alla rottura del patto di governo, il Carroccio chiederebbe le elezioni anticipate e non avallerebbe "manovre di palazzo".

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I due scenari sono l’orizzonte di una giornata difficile, forse una delle peggiori per il governo gialloverde. E forse una delle migliori per la Lega. Giornata segnata irrimediabilmente quando, al Senato, spetta al governo esprimersi sulle mozioni pro e contro Tav. Si alza il viceministro leghista Massimo Garavaglia e in due parole proclama l’invito a votare sì ai testi pro Tav. È il parere del governo. Ma poi la parola va al sottosegretario M5s Vincenzo Santangelo che afferma di rimettersi alle decisioni dell’aula. Anche questo è il parere del governo. È la parlamentarizzazione della crisi. Salvini è in aula ma tace. Si dice parlerà nel pomeriggio, ma l’incontro viene cancellato. Cancellata anche tutta l’agenda di oggi, tranne il comizio di fine giornata a Pescara.

A Palazzo Chigi Salvini incontra per una cinquantina di minuti il premier Giuseppe Conte. Fonti di maggioranza definiscono pacato e cordiale l’incontro ma Salvini non fa mistero di volere un segnale di discontinuità. In soldoni un rimpasto. Sul banco degli imputati, da mesi, c’è il ministro dei trasporti Danilo Toninelli. Ma non solo lui: Trenta, Costa, Lezzi, forse anche Grillo. Si attende la grillina. «Lunedì sarò a Roma per qualche chiacchierata. Ci siamo capiti», ammonisce Salvini dal palco dell’editto di Sabaudia. La Lega avanza, nel Paese e nel governo. 

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