Governo, Salvini e la tentazione di abbandonare Berlusconi

Il leader del Carroccio potrebbe incontrare il capo 5 Stelle a Milano nelle prossime ore Mattarella prepara l'apertura del forno Pd - di A.COPPARI IL COMMENTO Di Maio all'angolo - di B.VESPA Nuovo governo, Mattarella si prende 48 ore. Berlusconi apre al Pd, ira di Salvini Governo, Berlusconi: "I grillini? A Mediaset pulirebbero i cessi"

Matteo Salvini (LaPresse)

Matteo Salvini (LaPresse)

Roma, 21 aprile 2018 - La rottura è a un passo, manca davvero poco. La tensione è alle stelle tra i due alleati, resta solo un piccolo filo per non strappare definitivamente la corda. E il casus belli è sempre lo stesso: il Movimento Cinque Stelle. Salvini è furibondo con Berlusconi ed è pronto anche a rompere se Forza Italia resterà ferma sulla sua posizione. L’istantanea della situazione è che, ieri, alla fiera del Mobile, tra uno stand e un altro, Salvini non ha fatto altro che scambiarsi messaggi con Di Maio e per tutta la giornata non ha mai avuto contatti con il suo quasi ex alleato.

Mattarella prepara l'apertura del forno Pd - di A.COPPARI

IL COMMENTO Di Maio all'angolo - di B.VESPA

I rapporti sono affidati solo agli sherpa che stanno cercando di salvare il salvabile. Le durissime accuse di Berlusconi nei confronti del M5S con cui non vuole avere più nulla a che fare, il trattamento sferzante riservato ai loro elettori e ai loro eletti con quelle parole "a Mediaset li prenderei solo per pulire i cessi", hanno fatto salire la bile al leader della Lega: "Sono stufo di chi tra i miei alleati pensa solo a insultare e a distruggere – è sbottato Salvini – io continuo a trattare con Di Maio che rappresenta un terzo degli italiani che non meritano di essere trattati da stupidi".

Ma c’è anche la discriminante Pd a dividere i due. Quando il Cav ieri ha ribadito che l’unica strada da percorrere è quella di andare in Parlamento chiedendo il sostegno del Partito Democratico, al leader della Lega è letteralmente salito il sangue agli occhi e ha evocato la scissione del centrodestra addossandone la responsabilità a Forza Italia: "Io voglio fare un governo, partendo da una coalizione compatta – ha detto Salvini – se qualcuno se ne tirerà fuori insultando e guardando a sinistra, sarà colpa di questo qualcuno che aspetta un fax da Bruxelles con il nome del premier". Mai "governissimi" è la parola d’ordine a via Bellerio dove però spiegano che "non sarà mai la Lega a tradire il sacro patto con gli elettori che hanno votato la coalizione il 4 marzo". Una posizione fortemente caldeggiata da Giancarlo Giorgetti perché "nessuno dovrà mai addebitarci la colpa della rottura". Il timore è quello di esser tacciati come traditori da tutta la potenza di fuoco mediatica di Forza Italia e delle tv Mediaset. Ma il dado è (quasi) tratto.

L’M5S considera la sentenza sulla trattativa Stato mafia con il presunto coinvolgimento di Berlusconi la "pietra tombale anche su un ipotetico sostegno esterno di Forza Italia" e invita Salvini a scegliere. Deve farlo al più presto, perché lunedì senza fatti nuovi Mattarella potrebbe affidare l’incarico al Presidente della Camera Fico sondando un governo Cinque Stelle-Pd. Due giorni di tempo per abbandonare Berlusconi al suo destino e andare a nozze con Di Maio. Per questo il leader della Lega annuncia di fare non uno ma tre passi avanti, chiedendo direttamente l’incarico al Capo dello Stato. Mattarella però non lo concederà mai senza la garanzia di avere una maggioranza in Parlamento. Ecco allora che si fa strada l’ipotesi di un incontro nel weekend (sono entrambi a Milano) tra Salvini e Di Maio per gettare le basi dell’accordo e siglare un contratto con programma e composizione del prossimo governo. Il leader grillino sarebbe tentato di accettare pur di non rischiare di lasciare Palazzo Chigi a Fico. In quel caso Salvini, per avere maggiore potere negoziale e isolare Forza Italia, cercherà di coinvolgere anche Giorgia Meloni sulla quale cadrebbe la pregiudiziale grillina. Sempre che non prevalgano le diplomazie e lo strappo durissimo con Berlusconi venga almeno temporaneamente ricucito.

 

 

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