Giovedì 25 Aprile 2024

Governo, resta il rebus squadra. Salvini insiste su Savona, il piano B è Giorgetti

Il prof anti-euro al Tesoro non piace al Quirinale IL PUNTO Primo: farsi rispettare - di P.F. DE ROBERTIS

Paolo Savona in una foto d'archivio (Ansa)

Paolo Savona in una foto d'archivio (Ansa)

Roma, 24 maggio 2018 - "Nei prossimi giorni tornerò al Quirinale per sciogliere la riserva e sottoporre al Presidente le proposte sui ministri", dice il premier incaricato Giuseppe Conte. Come se, sui ministri, avesse voce in capitolo. Non è così. Lega e M5S stanno giocando a braccio di ferro su tutti i dicasteri da settimane. Al massimo, è Mattarella che ha da eccepire, specie su caselle giudicate chiave (Esteri, Difesa, Interni, Giustizia ed Economia).

IL PUNTO Primo: farsi rispettare - di P.F. DE ROBERTIS

L'ITER Conte premier incaricato: cosa succede ora

Ieri, nella triangolazione tra Quirinale-Lega-M5S il braccio di ferro più difficile è andato in scena sul dicastero chiave, l’Economia. Salvini non sente ragioni: a quel posto vuole Paolo Savona, già dirigente di alto livello (e profilo) di BankItalia, cuore repubblicano (almeno nella Prima Repubblica), anzi lamalfiano (nel senso di La Malfa padre), ministro del governo Ciampi. Da anni Savona vive una seconda giovinezza di critico feroce dell’Euro e della Ue. Ieri si è dimesso, in modo eloquente, da presidente del Fondo lussemburghese Euklid, ma il Colle recalcitra: troppo anti-europeista, troppo azzardate le sue teorie sull’Euro e su come abbattere il deficit e il debito pubblico.

E così mentre Conte era ancora da Mattarella, sono calate le quotazioni di Savona e sono salite, impennando, quelle di Giancarlo Giorgetti. Uomo ombra di Salvini ed esperto di conti pubblici, Giorgetti però non vuole andare all’Economia, ma svolgere il ruolo, per lui più consono e più nel suo stile, assai discreto, di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Anzi, proprio Giorgetti avrebbe rassicurato Savona al telefono con queste parole: "Per noi il MEF (acronimo con cui si identifica il mega-ministero, ndr) sei tu e il nostro candidato resti tu". Salvini, intanto, tuona in pubblico: "Se ci sono veti (su Savona, ndr) bisognerà spiegarli agli italiani". Fonti di via Bellerio, a fine serata, tagliano corto rispetto a tutte le indiscrezioni: "Giorgetti non sarà ministro, noi puntiamo su Savona". La Lega e anche l’M5S vogliono all’Economia una figura che non sia un "europeista ortodosso" ma uno che a Bruxelles sappia discutere apertamente e, se serve, anche duramente.

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Tuttavia la posizione del Movimento sul professore è meno rigida. "Capiamo che c’è una interlocuzione istituzionale da fare. Vediamo nei prossimi giorni, ma non lo utilizzerei come ago della bilancia», dice in tarda serata Luigi Di Maio. Per il resto delle caselle, la candidatura di Massolo (tecnico, una vita in diplomazia) agli Esteri ieri era in caduta libera. Al suo posto potrebbe andare, dirottandolo dalle Politiche comunitarie cui era destinato, Enzo Moavero Milanesi, fior di grand commis e di tecnico che fu ministro con Monti. Se Giorgetti resterà sottosegretario alla presidenza del Consiglio avrà le deleghe su editoria, sport, autonomia e altre ma non quella sui servizi, prenotata da Vito Crimi (M5S). Salvini agli Interni e Di Maio al Lavoro+Sviluppo faranno anche da vicepremier politici del governo Conte. La Lega vuole e avrà l’Agricoltura (Fontana o Molteni), il Turismo (Centinaio), la Famiglia (Bordonali), forse la Sanità. Assai nutrita la delegazione dei 5Stelle: Bonafede (Giustizia), Carelli (Cultura), Grillo (Sanità), Fraccaro (Difesa, ma in alternativa c’è la tecnica Trenta con Fraccaro alle Riforme), Castelli (Pa), Costa (Ambiente).

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