Governo, i punti dell'intesa M5S-Lega. Il fact checking

Fisco, pensioni, reddito di cittadinanza, immigrazione e giustizia: realizzabilità e punti deboli del programma di Salvini e Di Maio Testi a cura di CLAUDIA MARIN

Luigi Di Maio e Matteo Salvini in una foto combo (Ansa)

Luigi Di Maio e Matteo Salvini in una foto combo (Ansa)

Roma, 12 maggio 2018 - La trattativa va avanti, con Salvini e Di Maio che oggi si vedranno ancora per mettere a punto il 'contratto di governo', che sarà votato sulla piattaforma Rousseau. M5s e Lega convergono su reddito di cittadinanza, flat tax e superamento della legge Fornero, mentre su altri temi non è ancora stata raggiunta la quadra. Intanto abbiamo voluto passare alla prova del fact checking, valutando quindi realizzabilità e punti deboli, i principali punti del programma nella sintesi tra i due partiti. 

FISCO - La combinazione tra la flat tax leghista e l’impostazione basata sulla progressività dei 5 Stelle dovrebbe tradursi in una proposta fiscale, da realizzare con gradualità, basata su due aliquote, al 15-20 per cento (fino a 80mila euro) e al 20-25 (sopra gli 80mila euro), articolata su più scaglioni. sulla base di deduzioni e detrazioni per recuperare proprio la progressività chiesta dalla Costituzione. Quanto alle imprese, l’obiettivo è quello di agire sia tagliando l’Irap sia il cuneo fiscale e contributivo. 

FACT CHECKING (semaforo giallo) - Il punto debole della proposta, sia pure nella versione riveduta e corretta, è che costa non meno di 15-20 miliardi di euro in termini di minori entrate. I tecnici dei due partiti, però, sottolineano come si possano recuperare risorse (anche più di 20 miliardi di euro) attraverso la revisione delle agevolazioni e degli incentivi fiscali previsti per categorie e settori o per alcune spese. Nel mirino i bonus su interventi dannosi per l’ambiente. Comunque si partirebbe dal 2019.

PENSIONI - Né la Lega di Matteo Salvini né il Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio mettono in conto un vero e proprio smantellamento della riforma Fornero. La proposta comune è quella d’introdurre due possibilità di uscita basate sulle cosiddette quote. La prima prevede che si possa andare in pensione al raggiungimento di quota 100, come somma di età e contributi. La seconda ipotesi è che si possa uscire, a prescindere dall’età, con quota 41 anni di contributi.

FACT CHECKING (semaforo verde) - La cancellazione integrale della legge Fornero costerebbe nel tempo oltre 80-100 miliardi, secondo le molteplici stime effettuate. Ma nella versione di compromesso proposta da Lega e Movimento 5 Stelle il costo effettivo iniziale oscilla tra i 5 e gli 8 miliardi, anche a seconda dello stop o no al meccanismo che collega l’aumento dei requisiti previdenziali alla speranza di vita. 

REDDITO DI CITTADINANZA - Sul reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia dei 5 Stelle, si ipotizza un percorso in due tappe. La prima, da realizzare entro la fine dell’anno, riguarda il potenziamento dei centri per l’impiego, le strutture pubbliche dedicate a favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro. La seconda tappa contempla, a partire da gennaio prossimo, l’introduzione, per coloro che vivono in povertà assoluta, del reddito di autonomia, integrato con percorsi di formazione e inserimento lavorativo. La misura varrebbe per due anni al massimo  per ciascun destinatario.

FACT CHECKING (semaforo giallo) - Il costo a regime stimato per le due fasi è di 2 miliardi per lo sviluppo dei centri per l’impiego e di 14 per il reddito di autonomia. Il nodo da sciogliere riguarda la copertura finanziaria dell’intera operazione. È vero che sono indicate, nella proposta presentata, fin dalla scorsa legislatura, molteplici voci di riduzione di spesa, ma il vaglio della Ragioneria generale dello Stato non c’è mai stato. Di certo, verrebbero meno numerosi strumenti di sostegno oggi operativi.  

IMMIGRAZIONE E SICUREZZA - L’intesa tra Lega e Movimento 5 Stelle è stata raggiunta sulla revisione del Trattato di Dublino e su regole più drastiche e rigide per l’accoglienza dei migranti per motivi economici. Il Carroccio, però, sul tema immigrazione va oltre. E chiede di agire più risolutamente in materia di sbarchi e rimpatri. Principalmente su quest’ultimo punto – uno dei cavalli di battaglia di Salvini – i leghisti ipotizzano un giro di vite che permetta rimpatri effettivi.

FACT CHECKING (semaforo giallo) - È tutta da valutare la spesa richiesta per realizzare effettivamente un piano di rimpatri efficace dei migranti clandestini. Così come è da verificare concretamente la fattibilità operativa del piano per i rimpatri. Ugualmente da verificare nella sua fattibilità è il progetto di controllo degli sbarchi. Quel che è certo, al contrario, è che si ipotizza comunque una spesa di almeno 4,6 miliardi di euro per il capitolo. 

GIUSTIZIA - Il pacchetto giustizia/sicurezza comprende il rafforzamento delle misure anti-corruzione, anche attraverso l’introduzione degli agenti provocatori, e un allargamento della legittima difesa (tema caro sia a Lega sia a Movimento 5 Stelle). In gioco anche l’eliminazione della prescrizione dopo la condanna in primo grado. Ma non è finita. In ballo ci sono anche nuove e più stringenti regole sul conflitto di interessi, tema questo considerato dirimente dal Movimento 5 Stelle (e dalla sua base).

FACT CHECKING (semaforo rosso) - Non sono pochi i dubbi e le perplessità degli osservatori sul pacchetto giustizia come ipotizzato da Lega e 5 Stelle. Nel mirino principalmente il ruolo degli agenti provocatori e la norma sulla prescrizione (che lascerebbe in mano ai giudici il potere di decidere la durata infinita del processo). Quanto al conflitto di interessi, è uno dei nodi da sciogliere, perché i vertici leghisti non vogliono far irritare su questo punto Forza Italia.

di CLAUDIA MARIN