Nuovo governo, il centrodestra si sdoppia

Salvini apre ai grillni, Berlusconi al Pd. Strategie opposte, ma siamo ancora alla pre-tattica. Sarà una crisi lunga Salvini: "Governo? No pregiudizi su Di Maio". Ma Berlusconi lo gela Nuovo governo, ecco la strategia del Quirinale

Luigi Di Maio, sullo sfondo Salvin, Berlusconi e Meloni (ImagoE)

Luigi Di Maio, sullo sfondo Salvin, Berlusconi e Meloni (ImagoE)

Roma, 14 marzo 2018 - Una giornata distonica, verrebbe da dire. In cui le voci arrivano, e ne arrivano tante, ma ognuna va per la propria strada. Alla fine il quadro è composito, a usare un’immagine gentile, e conflittuale, per essere più realisti. Sia come sia è una giornata di grande disagio per il centrodestra, ammesso che sia ancora corretto parlare di centrodestra, con Salvini che apre ai Cinquestelle e chiude nettamente al Pd e con Berlusconi che apre ai Cinquestelle «ma solo per cacciarli fuori dalla porta» e chiede un governo con il Pd. Due linee che più opposte non potrebbero, e che per il momento disegnano uno scontro fortissimo all’interno della coalizione di centrodestra dal cui esito dipenderà il futuro della crisi. 

Sono un paio di giorni che Salvini mostra una netta volontà di alzare i toni (basta pensare alle infuocate parole pronunciate a Strasburgo con tanto di selfie con Farage poi postato sulla propria pagina Fb) e l’incontro con la stampa estera non fa che confermare l’intento. Quindi bordate contro l’Europa e via libera a tutto ciò che può far irritare il Cav, compresa una netta chiusura a ogni collaborazione con il Pd e un’apertura di credito ai grillini. Frasi che in realtà giocano sulle parole, perché poi sempre da parte di Salvini c’è l’ammissione che qualsiasi considerazione svolta a proposito dei Cinquestelle riguarda tutto il centrodestra, e che nessuna iniziativa sarà portata avanti solo dalla Lega.

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Una mossa, quella leghista, che i parlamentari di Forza Italia riuniti da Berlusconi alla Camera leggono come ancora pre-tattica, in parte per invogliare qualche parlamentare M5S a saltare il fosso, magari in un secondo tempo, in parte per fare la voce grossa con Berlusconi e fargli capire che i giochi li vuole condurre lui. Si crede poco alla linea che d’acchito emerge, ossia che Salvini è in procinto di abbracciare Di Maio e mollare Berlusconi. Anche perché, dicono i forzisti, che convenienza avrebbe Salvini a entrare in un governo Di Maio per fare l’ancella ai grillini, ruolo che finirebbe inevitabilmente per svolgere la Lega con una forza politica, i Cinquestelle, che ha il doppio dei parlamentari?

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Sia come sia l’apertura di Salvini verso Di Maio c’è stata, il controcanto di Berlusconi anche, e ci sarà da valutare entro qualche giorno la portata di entrambe. L’unica certezza è che all’interno del centrodestra si fanno sempre più evidenti due linee contundenti, una - quella di Salvini - disponibile a un voto a breve nella speranza di fagocitare l’alleato, l’altra - quella di Berlusconi - che invece cerca una prospettiva di medio-lungo perdiodo, e che proprio per questo si appoggia a qualcuno (il Pd) che come lui non ha alcuna volontà di votare presto. In ogni caso per sciogliere la matassa servirà ancora molto tempo.

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