Governo, telefonata Salvini-Di Maio. Torna l'asse M5s-Lega

Il leader dei 5 Stelle: "Passi avanti che illustrerò a Mattarella". E scarica il Pd. Il numero uno del Carroccio: "Pre-incarico? Lo escludo, non ho i numeri e non concluderei nulla". Domani via al secondo round di consultazioni L'INTERVISTA / Toninelli: "Premier terzo non ha senso" CONSULTAZIONI / Orari e calendario Governo 2018, italiani stanchi dello stallo. E il 58% è per il voto

Illeader della Lega Matteo Salvini (Ansa)

Illeader della Lega Matteo Salvini (Ansa)

Roma, 11 aprile 2018 - In attesa delle consultazioni di domani al Colle, le forze politiche discutono sul possibile Governo che verrà a colpi di veti incrociati. Sui colloqui al Quirinale peserà inevitabilmente la situazione in Siria.

LA TELEFONATA - La notizia del giorno è la telefonata tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio, con i due leader che, almeno su un punto, hanno trovato una linea comune: le Camere devono essere operative da subito. Per questo, sia Lega che Movimento 5 Stelle voteranno domani il deputato del Carroccio Nicola Molteni come presidente della commissione speciale della Camera. Il dialogo M5s-Lega riparte quindi dalle istituzioni, fermo restando i paletti ben noti. "Non voteremo mai una fiducia a un governo con Salvini e  Berlusconi", ribadisce a Porta a Porta il leader pentastellato. Che, però, con il leader del Carroccio è sempre "pronto a discutere". E mentre Salvini esclude pre-incarichi ("Non lo chiederei per non concludere nulla"), si registra l'ennesima lite tra Forza Italia e 5 Stelle. A innescarla un durissimo post di Di Battista in cui Berlusconi viene indicato come "il male assoluto". Frasi che fanno esplodere la sollevazione degli azzurri. 

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DI MAIO - Secondo Di Maio ci sono "passi avanti" verso il nuovo governo "che voglio esporre al presidente della Repubblica". Quindi un messaggio che sa di appello a Silvio Berlusconni. "Io non chiedo un parricidio o un tradimento ma dico, e lo dico a Berlusconi: dopo 24 anni è momento di far partire un governo delle nuove generazioni, un governo del cambiamento". E tende ancora più chiaramente la mano a Salvini: "Io comprendo che la Lega sia all'interno di una coalizione. ma possiamo dirci che questa coalizione è nata solo per il Rosatellum. È una Lega molto diversa".  Chiusura, invece, verso il Pd: "Le risposte che ho ricevuto in questi giorni non credo siano giuste, oltre che responsabili. E allora io non ci sto". La linea sul 'premier terzo' è sempre la stessa: "Non saprei come spiegarlo agli italiani dopo il voto del 4 marzo.. ". E ancora: "La presidenza del Consiglio al Movimento 5 Stelle non è in discussione. Noi trattiamo sui punti di un contratto di Governo 'alla tedesca'".

SALVINI -  "La strada è semplice: noi vogliamo dialogare con tutti, eccezion fatta del Pd. Se gli altri non ci stanno le vie sono due: o andiamo al voto, dove penso potremo vincere da soli superando chi pone veti e fa capricci, oppure, come extrema ratio, andiamo da soli, ci facciamo carico noi della situazione", dice Salvini dalla campagna elettorale di Terni. Dunque punta a cercare i voti in parlamento? Lui replica sorridendo: "Io non faccio il cercatore d'acqua...Vale quello che ho detto". Frasi che lasciano intravedere, in un primo momento, la possibilità che il leader leghista sia pronto a chiedere un pre-incarico a Mattarella. Ipotesi che viene successivamente negata dallo stesso Salvini. "Non penso che il Presidente della Repubblica conferirà incarichi a caso a qualcuno che non ha una maggioranza ed oggi noi non l'abbiamo", dice rispondendo ai giornalisti. "Ho perfettamente consapevolezza del fatto che non ho la maggioranza alla Camera ed al Senato. Fra 10 o 15 giorni magari sarà diverso, oggi però non chiederei un incarico per non concludere nulla".

In precedenza, aveva lanciato l'ennesimo appello a Di Maio: "Io continuo a volere il dialogo e a sperare che tutti vogliano governare questo Paese: ma se vuoi costruire qualcosa di concreto non puoi metterti sul piedistallo e dire , come faceva Alberto Sordi, 'io sono io e voi siete... poca roba'".

LA GIORNATA - Mentre il grillino Danilo Toninelli rigetta l'idea di un premier terzo ("Non ha senso", ha detto al nostro giornale), il ministro della Giustizia Andrea Orlando lancia un aut aut a Luigi Di Maio: "Vuol parlare con noi? Rinunci alla Lega". E da Forza Italia Maria Stella Gelmini lancia la proposta di un pre-incarico a Matteo Salvini. Dal fronte grillino Toninelli insiste: "Non può esistere un governo senza il M5S", mentre tende la mano al dem Franceschini, che ieri aveva aperto uno spiraglio al dialogo.

DI BATTISTA - Da leader non candidato, si fa vivo su Facebook anche Alessandro Di Battista, che scrive un lungo post per definire Berlusconi il "male assoluto" e tira in ballo il leader leghista: "Come può Salvini parlare di legalità e andare a braccetto con un uomo dalla "naturale capacità a delinquere" (parole del Tribunale di Milano) come Berlusconi?".  

Maria Stella Gelmini assieme ad Anna Maria Bernini, capogruppo Fi al Senato, replicano al post del grillino: "È talmente ignobile il contenuto dell'ultima invettiva di Alessandro Di Battista nei confronti di Silvio Berlusconi che meriterebbe solo il disprezzo dell'indifferenza. Immerso nella sua palude dell'odio dove sguazza senza vergogna, l'ex deputato grillino sparge schizzi di fango a beneficio di chi vive e si nutre di rancore. Proviamo una pena infinita per il livello infimo toccato da Di Battista". Poi aggiungono: "Sia chiaro a tutte le forze politiche: è irresponsabile l'odio nel quale Di Battista pesca il suo livore, oggi contro Berlusconi e Forza Italia e domani chissà contro chi altri".